Basta denaro contante. C’è il “Cashback”. Le carte di credito e i bancomat per fare gli acquisti aprono sogni dorati agli italiani impauriti e impoveriti dal Covid-19. I giornali scrivono: con i pagamenti elettronici «fino a 3 mila euro l’anno» messi dallo Stato nel portafoglio dei consumatori. Bene!
Giuseppe Conte ha annunciato: il piano del governo per ridurre l’uso del contante serve a combattere l’evasione fiscale e i pagamenti in nero. Il presidente del Consiglio ha sintetizzato così la “filosofia” dell’esecutivo: «Pagare tutti per pagare meno». Bene! Sarebbe ora!
I cittadini tartassati dalle tasse anelano a rinsanguare i portafogli vuoti. Invece gli evasori continuano a brindare: secondo varie stime frodano circa 110 miliardi di euro l’anno alla collettività tra imposte e contributi previdenziali evitati. È una cifra enorme, pari a quella predisposta dal governo, incrementando il debito pubblico, per affrontare l’emergenza Coronavirus.
Leggendo le “istruzioni per l’uso”, però, cominciano i guai: c’è il “Cashless”, il “Cashback”, il “SuperCashback”. Una tortura d’inglesismi. Il consumatore medio deve ricorrere al vocabolario: il primo termine significa “abolizione del contante”; il secondo indica il possibile “rimborso del pagamento” di 150 euro spesi (ci sarà un recupero del 10% sulla spesa e gli acquisti fatti nei negozi fino a un massimo di 1.500 euro a semestre con un minimo di 50 transazioni); il terzo designa un eventuale bonus di 1.500 euro a semestre (sarà riconosciuto ai primi centomila aderenti che abbiano totalizzato il maggior numero di transazioni).
Poi c’è il “Cashback di Natale”: è il periodo di sperimentazione del piano che inizia l’8 dicembre e termina a fine anno. La fase pilota di dicembre ha le stesse caratteristiche di quella classica che inizierà invece il primo gennaio 2021, differisce in un solo punto: per ottenere fino a 150 euro bastano 10 transazioni rispetto alle 50 previste nel periodo semestrale. Un ginepraio.
Ma non è finita. Per partecipare al “Cashback” occorre scaricare sul proprio telefonino l’”App IO” (è l’applicazione dei servizi della pubblica amministrazione),
poi bisogna registrarsi o tramite la “Cie” (Carta d’identità elettronica) o attraverso lo “Spid” (Sistema pubblico di identità digitale). E non finisce qui. I tenaci dovranno registrare la carta di credito o il bancomat che intendono utilizzare per il “Cashback” e comunicare il codice Iban del proprio conto corrente. Quindi dovranno aspettare fiduciosi il rimborso del 10%.
Per avere il “rimborso di Stato”, il consumatore potrà rivolgersi, oltre all’”App IO”, anche ad altre piattaforme digitali senza la necessità di una “Cie” o di uno “Spid”.
Infine c’è la “Lotteria degli scontrini”. L’aspirante vincitore deve procurarsi il proprio codice lotteria sulla apposita piattaforma online (www.lotteriadegliscontrini.gov.it), lo deve mostrare al negoziante quando paga con una carta di credito un prodotto così avrà uno scontrino elettronico con in regalo un biglietto virtuale della lotteria (uno per ogni euro speso). Sono previsti premi da 5.000 euro (estrazioni settimanali), da 30.000 euro (mensili) e 1premio da 1.000.000 di euro (annuale).
La faccenda non è per niente semplice. Anzi è così complicata che perfino i giornali hanno cominciato a stampare delle guide per gli aspiranti al “Cashback”, una strada di solito seguita solo dalle pubblicazioni fiscali per le nuove imposte particolarmente macchinose. La guida del ‘Corriere della Sera’ ha un titolo accattivante: «Guadagnare senza usare i contanti». Certo l’impresa sarà molto complicata. Sarà estremamente difficile districarsi in un dedalo di norme digitalburocratiche (e bisogna incrociare le dita sul rischio di blocco delle piattaforme online). Sarà un caso ma la guida pubblicata dal quotidiano di via Solferino è di ben 31 pagine. Buona lettura ai volenterosi!