“Ringrazio il Governo per la fiducia, spero di poterla ripagare”. Si presenta con questa semplice dichiarazione il prefetto Guido Longo subito dopo la nomina a commissario per la sanità calabrese. Dopo i tanti giri di valzer dell’esecutivo senza arrivare ad un accordo, dal generale Cotticelli che non sapeva di dover redigere il piano Covid per la regione, al commissario dell’Asp di Catanzaro Zuccatelli, convinto della scarsa protezione delle mascherine contro il virus (dichiarazione poi ritrattata); ed ancora la nomina dell’ex rettore della Sapienza Gaudio durata solo poche ore per il rifiuto della moglie di trasferirsi a Catanzaro, e per ultimo il duo Mostarda – Miozzo, con il primo, dirigente Asp del Lazio, mai entrato effettivamente nella partita delle nomine ed il secondo che ha rinunciato per il rifiuto del governo a sottoscrivere le sue richieste, ecco arrivare il twitt del presidente del consiglio Conte che comunica la nomina di un uomo delle istituzioni, come lo stesso Longo si è dichiarato.
“Nella mia carriera ho sempre affrontato sfide e la mia scelta è un atto d’amore verso la Calabria ed il popolo calabrese”. In effetti le sfide del prefetto sono state tante, spesso vinte. Da questore di Caserta assestò dei colpi durissimi alla camorra, come l’arresto di Michele Zagaria ed Antonio Iovine, ma soprattutto la cattura del superlatitante Francesco Schiavone detto Sandokan. Ma in passato indagò anche sulla morte di Giovanni Falcone e poi gli ultimi anni di carriera fino al 2018 come Prefetto di Vibo Valentia.
Ora sarà chiamato ad una sfida doppia: indagare su come si sia creato un buco da quasi 2 miliardi nella sanità calabrese; di come sia stato possibile avere bilanci non certificati o pagamenti di fatture effettuati più volte e soprattutto capire se tante consulenze affidate a familiari di politici o professionisti vicini alla politica fossero necessarie, così come le forniture. L’altra grande sfida sarà quella dell’organizzazione territoriale degli ospedali e della medicina di base. Li si vedrà se riuscirà a ridimensionare tutti gli interessi dei privati che hanno sconquassato la sanità pubblica, se riuscirà a ripensare l’organizzazione ospedaliera, si vedrà se il suo lavoro andrà nella direzione dell’interesse pubblico e di tutti quei calabresi costretti oggi ad emigrare per risolvere i propri problemi di salute, quell’emigrazione sanitaria che crea altri scompensi nei bilanci regionali. Molti temono che su questo punto il nuovo commissario sia poco preparato. Non possiamo dirlo prima di averlo visto all’opera, sicuramente, se lo riterrà opportuno (è anche un nostro auspicio) potrà avvalersi dell’esperienza di una grande figura che è già opera in Calabria, Gino Strada. “E’ una persona di grandissimo livello – ha dichiarato il commissario Longo parlando del fondatore di Emergency – vuole fare del bene al popolo calabrese. Non ci conosciamo, ma sono sicuro che andremo d’accordo”. Questo se lo augura anche il popolo calabrese.
(Nella foto Guido Longo)