Il titolo dell’incontro on line, “Le verità scomode”, lasciava presagire guai come sempre in italia quando il contesto porta a svelare fatti sconvenienti. E’ stato così anche per l’appuntamento moderato da Barbara Del Mercato di Mediterranea Venezia e al quale hanno preso parte Nello Scavo, Angela Caponnetto, Luca Casarini e Giuseppe Giulietti, concordi nei loro interventi sul fatto che i cronisti che narrano le morti nel Mediterraneo e i il ruolo (vero) della Libia entrano nel mirino degli squadristi da tastiera, molti dei quali sono espressione più o meno accertata di forze sovraniste e dichiaratamente razziste. Le quali i migranti li vedrebbero bene affogati e innocui dentro il mare nostrum. La giornalista di RaiNews Angela Caponnetto ha spiegato bene cosa significa seguire il filo fragile e intricato dei barconi che affondano sotto gli occhi della guardia costiera libica e spesso nella difficoltà di essere raggiunti dalle navi umanitarie. Una violazione dei diritti quotidiana quasi, che si consuma sotto gli occhi dell’Europa e, anzi, tante volte è persino complicato ottenere notizie ufficiali. Si va avanti grazie alla collaborazione delle fonti, ad informazioni che non passano dai comunicati stampa ufficiali ma che vengono dalla presa diretta di chi si trova sul posto. E’ bastato questo passaggio a far partire la “batteria” di insulti e minacce dei soliti noti su Twitter, con annunci di voler perseguire gli autori delle notizie “sottobanco” che filtrano per i giornalisti che vogliono ancora raccontare la tragedia umanitaria dei migranti che muoiono affogati mentre cercano di raggiungere un lembo d’Europa. Giuseppe Giulietti nel corso dell’incontro aveva lanciato l’idea di un “tavolo” a breve con le Ong e i giornalisti che seguono questo difficile “fronte” dell’informazione, per cercare di applicare soprattutto su questo argomento i principi sanciti nella Carta di Assisi, al fine di riportare la cronaca sui migranti, sui naufragi e sulla violazione dei diritti in un alveo di correttezza che smascheri le bufale e argini quel fiume di aggressioni che esonda tutte le volte che viene pubblicata un’inchiesta rigorosa. “Il giornalismo d’inchiesta aiuta le Ong”, ha ricordato Casarini. Le Ong aiutano i giornalisti a rendere una cronaca attuale e reale della situazione nel Mediterraneo. E’ questo che scandalizza e aizza i sovranisti. O i razzisti che dir si voglia. “Per quanto riguarda il ruolo del sindacato – dice Giuseppe Giulietti, Presidente della Fnsi – non ci stancheremo di difendere il giornalismo d’inchiesta e i cronisti che ci aiutano a comprendere quali interessi e quali ruoli ci sono nella tragedia dei migranti. Ricordo a me stesso l’insegnamento di Roberto Morrione: il contesto delle storie è imprescindibile se si vuole comprendere una notizia fino in fondo. Il contesto delle morti in mare ci interessa e nessuno immagini di fermare questo racconto con quattro post degradanti sui social. E’ importante dare voce a chi non ha voce, è una frase pronunciata dal capo della chiesa cattolica dall’alto valore laico”.