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L’addio iraniano a Trump sembra cercare il dialogo, ma potrebbe dire tutt’altro

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Mohammad Javad Zarif, ministro degli esteri iraniano, deve averci pensato a lungo al tweet che ha messo on line nelle ore trascorse. E’ infatti un testo da leggere con attenzione: “In 70 giorni Trump se ne andrà, noi invece resteremo qui per sempre. Scommettere sugli stranieri per ottenere sicurezza non è mai un buon gioco. Noi tendiamo le nostre mani ai nostri vicini per risolvere le nostre differenze con il dialogo. Soltanto insieme possiamo costruire un futuro migliore per tutti.”

L’ importanza del testo e l’accuratezza delle parole è confermata dalle traduzioni, che nei media ufficiali, guarda caso, hanno fatto sparire -almeno nel testo che si legge in italiano su Pars today- l’espressione “per sempre”. Poteva sembrare un po’ da sistema totalitario, o nel caso specifico teocratico.

Ma il testo di Zairf è costruito  con raffinatezza: va letto infatti sul fronte interno, internazionale, o su entrambi? Leggendolo bene si può cogliere una chiave di lettura tutta rivota ai sauditi: voi avete puntato su Trump contro l’Iran, per annientarci, ma l’Iran non passa, l’Iran resterà qui per sempre, meglio trattare con noi che sperare di annientare il nostro grande Paese con la complicità di leader stranieri transeunti.

Il testo però può essere letto anche altrimenti: i regimi incarnano i popoli, le opposizioni non hanno legittimità. “Noi, il regime condotto dalla guida suprema”, resteremo per sempre, come i regimi nostri avversari. Dunque è come se il ministro degli esteri iraniano dicesse che il populismo nazionalista riguarda tutti i regimi della regione e la soluzione delle loro controversie non contempla interferenze su agende che non gli appartengono, quali i diritti umani o altre questioni del genere.

Quel “per sempre” è dunque lo snodo decisivo: i popoli e gli Stati che li esprimono “saranno qui per sempre” appare la copertura di un discorso molto più “essenzialmente totalitario nel profondo”: infatti a passare non sono gli Stati Uniti, ma Trump. Ma allora, se passa Trump, perché dire che “noi invece rimarremo qui per sempre”? Perché Trump sfidando i mullah ha sfidato l’Iran, non il regime. L’Iran è e sarà sempre questo, la Repubblica Islamica. Che poi una Repubblica se è tale non può essere Islamica, si tratta di un controsenso, ma questo Zarif non lo dice né potrebbe dirlo.


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