Siamo oramai alla “spirleide”, perle di saggezza del Presidente f.f. della Regione Calabria Antonio Spirlì. C’eravamo occupati di lui qualche settimana fa, dopo le dichiarazioni rilasciate sul palco della manifestazione di Catania a sostegno del suo capitano Salvini, prima dell’inizio del processo per il caso Gragoretti. Per Spirlì, le persone di colore vanno apostrofate come “negri” e persone con diverso orientamento sessuale come “froci”. Non male per l’allora vice presidente della giunta regionale ed assessore alla cultura. Purtroppo il suo passaggio a Presidente f.f. non gl’ha ancora fatto comprendere che il suo è solo un ruolo da traghettatore verso nuove elezioni e che comunque dovrebbe adoperarsi per trovare soluzioni alla disastrata situazione sanitaria calabrese. Ed invece lo troviamo ogni giorno nei vari talk nazionali a “sparlare” di sanità, per annunciare nuovi posti negli ospedali, ben 244, al momento sono solo sulla carta, e per attaccare il fondatore di Emergency Gino Strada.
Lo ha fatto oggi nella trasmissione de La 7 “Tagadà” dicendo che la Calabria non ha bisogno di “missionari africani” per gestire la Sanità, riferito all’ipotesi di nominare Strada commissario per l’emergenza sanitaria in regione. E’ evidente che Spirlì sparla per mancata conoscenza dei fatti. Forse negli ultimi trent’anni ha vissuto fuori dalla Regione che amministra e che in quasi un anno di giunta non si è accorto che i buchi nei bilanci delle varie Asp sono stati creati da dirigenti nominati da giunte regionali di centrodestra e centrosinistra, in pratica tutta quella parte politica che in queste ore si oppone alla nomina del nuovo commissario. E’ evidente, inoltre, che Spirlì non è a conoscenza che Gino Strada è a capo di un’organizzazione che in oltre 25 anni ha costruito tantissimi ospedali in varie parti del mondo. E’ evidente che Spirlì non conosce Emergency, e non sa quanto sia difficile riuscire a gestire ospedali con medici ed infermieri che operano in condizioni difficilissime, perché spesso sono zone di guerra. Non male per un assessore alla cultura e Presidente di Regione f.f. .