Joe Biden è il nuovo presidente degli Stati Uniti, il più votato nella storia delle elezioni americane. Kamala Harris, madre indiana e padre giamaicano, la prima donna a essere eletta vice presidente.
Per chi non comprende come un personaggio poco carismatico e piuttosto anziano come Biden abbia preso più voti di chiunque altro nella storia (Obama, Reagan, Kennedy tra gli altri) consiglio di guardare a lei, alla sua straordinaria storia, che ha dato forza alla candidatura democratica alla Casa Bianca.
Ma è doverosa una riflessione anche su gli altri elementi che hanno spinto tanti americani, tra cui anche parecchi repubblicani, a votare entrambi, a cominciare dall’inadeguatezza del presidente uscente: Donald Trump.
La sua è stata la peggior presidenza della storia, quella di un fascista, misogino, suprematista, inquinatore e mentitore seriale. Solo chi è in malafede o ha issuto in una grotta negli ultimi quattro anni e si è informato solo sulla pagina FB di Matteo Salvini può non concordare.
Ma ciò che ha pesato più di ogni altro fattore è senza ombra di dubbio la catastrofica gestione della pandemia di Covid – 19 che ha favorito la Blue wave che ha travolto l’ex inquilino della Casa Bianca.
Se, come appare ormai evidente, Biden dovesse vincere in tutti gli stati dove è in vantaggio, avrebbe una maggioranza molto più ampia di quel che al momento appare. E non è escluso che riesca ad avere la maggioranza anche al Senato, cosa mai riuscita a Obama e Clinton
Trump potrà anche continuare a gridare alla ‘frode’ e annunciare battaglie legali. Ma è un fatto, confermato da autorevoli esponenti repubblicani, che non ci sia stato alcun broglio.
Gli stati dove Trump chieee il riconteggio sono storicamente a maggioranza repubblicana, come pensate sia possibile una tale capillarità di irregolarità nei seggi? Semplicemente (e Trump lo sapeva da mesi, da quando ha cominciato a parlare male del voto postale) l’80% di chi ha votato per posta è iscritto nelle liste dei democratici, per questo i voti di Biden si sono tutti ‘alzati’ alla fine.
Parlando di repubblicani, vale la pena di spendere due parole. Sembra paradossale ma chi ha subito più danni dalla presidenza Trump sono proprio i conservatori. L’ala moderata, maggioritaria, ha visto prevalere l’orientamento radicale che ha convinto una parte consistente del partito a seguirlo nelle sue assurde posizioni politiche.
C’è da aspettarsi, ora, una lotta sanguinosa tra le fazioni nei prossimi mesi e anni che potrebbe spaccare i repubblicani e favorire, qualora Trump fosse messo ai margini e decidesse di creare un suo partito, un esodo verso il Tycoon qualora decidesse di ricandidarsi nel 2024.
Per quanto riguarda gli Stati Uniti, in generale, e il mondo intero, ci siamo liberati di una pericolosa metastasi. Ora è fondamentale vigilare affinché non se ne formino altre.
Oggi è un giorno da ricordare.