L’atto di citazione depositato al tribunale di Sassari dai legali del cardinale Becciu, tale ancora risulta essere, contro il settimanale L’Espresso, solleva molti e inquietanti interrogativi in chi legge. Con questa azione si chiedono 10 milioni di euro di danni e questo sembra essere il principale elemento: una somma enorme per una pubblicazione. Quale la finalità?
Non è detto che leggendo la querela ci si possa fare un’idea, ma alcune cose colpiscono. La prima è che nel documento ci si riferisce al papa come “costui”. Da parte di un cardinale e dei suoi legali non può non colpire. Scrive il direttore dell’Espresso citando testualmente la querela: “I legali di Becciu affermano di voler procedere contro l’Espresso perché “una copia dell’Espresso era in mano al Santo Padre ed era la copia che costui aveva in mano al momento del licenziamento”. Costui? Quale la finalità?
Il testo dunque renderebbe esplicito che il cardinale afferma che il papa quando lo ricevette aveva in mano una copia dell’Espresso con l’articolo che lo riguardava. Eppure, ricorda il direttore dell’Espresso, “era stato lo stesso cardinale Becciu a fornire una versione completamente diversa dei fatti. In pubblico, durante la conferenza stampa di venerdì 25 settembre, dopo il licenziamento. «Il Papa mi ha detto di aver avuto la segnalazione dei magistrati che avrei commesso peculato. Dalle carte, dalle indagini fatte dalla Guardia di finanza italiana emerge che io abbia commesso il reato di peculato», disse in quell’occasione. Perché ora ha cambiato idea? Perché due versioni così diverse su un momento così delicato come l’udienza con il Papa che lo ha costretto a dimettersi?” E’ normale chiedersi quale sia la finalità.
La querela poi parla dei danni subiti da Becciu, e si parte dalla perdita dei diritti legati al cardinalato. E qui emerge un’enormità: si ipotizza che la prossima elezione, in assenza del cardinale Becciu, privato del diritto a partecipare al conclave, potrebbe rendere non valida l’elezione del prossimo pontefice. Questo riferisce l’AdnKronos che ha preso visione della querela: L’esclusione del cardinale Angelo Becciu “da un Conclave potrebbe comportare la contestazione della validità dell’elezione del Santo Padre, con tutte le implicazioni dottrinali che ne potrebbero derivare, così come le divisioni all’interno della Chiesa che potrebbero generarsi, senza contare i gravi problemi finanziari che l’indizione di un secondo Conclave provocherebbe, trattandosi di una procedura molto dispendiosa per la Santa Sede”. Quale la finalità?
Il testo indica nel danno subito da Becciu anche la perduta possibilità di influenzare i colleghi cardinali durante l’elezione: ecco il passaggio citato dall’AdnKrons: “senza contare le conseguenze negative che potrebbero derivare per la Chiesa universale e per il mondo intero dalla sua mancata partecipazione ad un evento di tale portata, stante l’importanza della figura del Santo Padre sullo scenario mondiale e considerato che un elettore può incidere all’interno del Conclave sull’orientamento dei confratelli per l’elezione”. Ma non è lo Spirito Santo a orientarli durante quella votazione? Anche qui è impossibile non chiedersi quale sia la finalità.
Il documento poi indica il medesimo Becciu come un papabile, dunque si ha l’impressione che per i legali la prospettiva di carriera del loro assistito sia stata danneggiata gravemente dall’Espresso. Ecco quanto riferisce sia scritto nell’atto l’AdnKronos:”sulla base del proprio prestigioso curriculum ed in virtù del citato percorso, ben avrebbe potuto risultare tra i Papabili”. Non ricordo tentativi di quantificare economicamente il valore del papato. Ma se fossimo a questo va detto che un CEO della McDonald’s, Steve Easterbrook, chiese e ottenne per il suo licenziamento 40 milioni di euro.