Trump contro Biden: cosa dicono gli instant poll e l’analisi del sentiment

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Il candidato democratico Joe Biden è in vantaggio da mesi sullo sfidante repubblicano Donald Trump e questa non è una novità.  I polling data di Real Clear Politics danno Biden al 51.5 mentre Trump al 42.3 con un spread del +9.2 per il Dem. Tutti gli instant polls e le rilevazioni condotte da Washington Post, New York Times, Reuteurs/Ipsos, Fox News, Cnn, Abc News confermano un trend favorevole per Biden, ma non è detta ancora l’ultima parola per The Donald, la partita si sta ancora giocando negli stati in bilico, i purple States, come Wisconsin, Michigan, Pennsylvania, North Carolina, Florida, Arizona.

Insomma la corsa alla Casa Bianca è alle battute finali, mancano 18 giorni al D-Day, ma il voto nazionale non decreterà di default la vittoria di nessun candidato, secondo il sistema elettorale statunitense.

E comunque il tanto atteso 3 novembre, il big Tuesday, non sarà il giorno dell’insediamento, ma quello in cui si voterà per eleggere il nuovo presidente e un terzo del Senato, infatti il nuovo presidente e il nuovo Senato entreranno nel pieno possesso dei loro poteri a gennaio 2021. Nella fase di interregno, nota come lame-duck session, saranno i politici uscenti a governare con accortezza.

Tornando ai sondaggi, la recente storia delle campagne elettorali americane ci ricorda il caso del vantaggio di Hillary Rhodam sull’avversario Donald Trump nel 2016. La signora Rodham in Clinton, denominata crooked ossia corrotta, era data in vantaggio fino all’ultimo momento, ma la storia prese un altro corso. Ciò che stupisce dei risultati degli analisti è forse la considerazione che Trump non sia riuscito a scalare i sondaggi neanche all’indomani della notizia che lo dava affetto da covid-19 e considerava la Casa Bianca il peggiore focolaio di Washington DC. Canalizzare il consenso in questa circostanza poteva sembrare un gioco da ragazzi, ma stavolta l’istrionico Trump è stato coerente con il suo personaggio. Forse gli strateghi della comunicazione politica del Presidente stanno mancando l’obiettivo o forse è davvero impossibile per Trump seguire un copione scritto da altri. Brad Parscale, l’ex chief strategist della campagna elettorale di Donald Trump, ne sa qualcosa.

Tra i coefficienti da non sottovalutare poi per determinare le elezioni presidenziali, come se non bastassero le proteste contro il razzismo, l’emergenza sanitaria ed economica, ambientale, la politica estera, l’immigrazione, secondo Quartz, website di economia, ci sono i sostenitori e quindi i fondi destinati da ciascun candidato per la campagna elettorale più cara al mondo. L’associazione presto fatta è che chi spende di più, sembra essere più vicino alla vittoria e a sia Trump che Biden pare che abbiano speso appena 350 milioni di dollari.

 

Per gli Americani Biden è onesto, mentre Trump è forte.

Le percezioni americane differenziano maggiormente Donald Trump e Joe Biden in termini di simpatia: il 66% degli adulti statunitensi crede che Biden sia simpatico, mentre solo il 36% afferma che lo sia Trump. E ancora il 52% percepisce Biden come onesto e degno di fiducia, preoccupato per i bisogni delle persone, mentre Trump è tale al 40%. Secondo l’opinion mining, il Tycoon supera Biden soltanto per essere ritenuto un leader forte e deciso secondo una forbice percentuale di 56% a 46%.

I risultati si basano su un sondaggio Gallup del 14-28 settembre dal tema: “Americans’ Rating of the Presidential Candidates on Carachter Dimensions”, condotto sulle caratteristiche e qualità dei due candidati, prima del primo dibattito presidenziale dei candidati e del ricovero di Trump, risultato positivo al coronavirus. È la prima volta che Gallup misura il profilo del personaggio di Biden. Oltre ad essere simpatico, onesto e premuroso, si rileva che una ristretta maggioranza pensa anche che l’ex vice presidente possa gestire il governo in modo efficace. (https://news.gallup.com/poll/321695/americans-view-biden-likable-honest-trump-strong.aspx)


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