L’undici ottobre è la giornata nazionale delle vittime sul lavoro. Nei primi 8 mesi del 2020 l’Inail ha conteggiato 823 denunce di infortunio mortale sul lavoro. Quelle che vengono chiamate ancora da tanti, troppi, con il termine assurdo e ipocrita “morti bianche”. Un termine che andrebbe abolito, perché è un insulto ai familiari e alle vittime del lavoro. Non c’e’ mai nulla di bianco in una morti sul lavoro. Come dicevo nella mia poesia, le chiamano “morti bianche”, perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece la mano responsabile c’è sempre, a volte più di una. Io ricordo bene quando il 5 Settembre 2019 si insedio il Governo Conte , dove fu detto che la sicurezza sul lavoro sarebbe uno dei punti prioritari di questo Governo. Ma per adesso di fatti se sono visti pochi o nulla. Abbiamo circa 2000 tecnici della prevenzione delle Asl, che sono quelli che controllano la stragrande maggioranza dei luoghi di lavoro.In Italia ci sono circa 4 milioni di aziende, se le dovessero controllare tutte, ogni azienda riceverebbe un controllo ogni 15/20 anni. Praticamente mai. Ma quando muore un lavoratore, dal mondo politico si sente dire che bisogna aumentare gli ispettori sul lavoro, che voglio ricordare controllano la regolarità contributiva e il lavoro nero e la sicurezza nei cantieri. Come ho detto, i controlli per la sicurezza sul lavoro li fanno i tecnici della prevenzione, che dipendono dalle Regioni.Vorrei che per la sicurezza sul lavoro ci fossero i fatti, basta ipocrisia. Da anni, con grande fatica, cerco di monitorare tutte le morti sul lavoro che ci sono ogni giorno nei luoghi di lavoro. Molto spesso si parla sempre e solo di numeri, quando muore un lavoratore, ma vorrei chiedere di non fermarsi alla fredda statistica. Sono persone e non numeri, che avevo dei familiari, degli affetti, degli hobby, una vita. E questo, molto spesso non viene fuori. Vi allego la lista delle morti sul lavoro che ho monitorato dall’inizio dell’anno, ad oggi. E’ una lista impressionante! Sono una parte di queste 823 morti sul lavoro, ma che deve portarci a riflettere, perché cosi’ non si può andare avanti, dopo il lockdown pensavo che ci sarebbe stata piu’ attenzione per la sicurezza sul lavoro, invece la situazione e’ peggiorata.
(Marco Bazzoni è operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, Firenze)
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