Dopo il divieto di manifestare e l’introduzione dello stato d’emergenza, l’uso dei cannoni ad acqua e gli arresti di massa contro chi ha provato lo stesso a protestare pacificamente, le autorità thailandesi sono passate alla fase successiva: mettere il bavaglio ai media indipendenti.
Il 20 ottobre un tribunale ha dato ragione al governo di Bangkok confermando la chiusura di “tutte le piattaforme” attraverso le quali trasmette Voice Tv. La colpa dell’emittente è di aver dato conto del malcontento crescente, in tutto il paese, nei confronti delle politiche governative.
Nei prossimi giorni i giudici si pronunceranno su altri tre decreti di chiusura, nei confronti di Prachatai, The Standard e The Reporters.
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