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Premio Zavattini 2020-2021. Nove i finalisti e due “uditrici” ammesse alla formazione

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Conferenza stampa in streaming, sulla pagina facebook dedicata, per annunciare i finalisti del Premio Zavattini 2020-2021 . Nel rispetto delle regole anticovid, con impeccabile mascherina, la giuria presieduta da Laura Delli Colli presidente della Fondazione Cinema per Roma e del Sindacato nazionale giornalisti cinematografici italiani e composta da Simone Isola produttore, regista e docente presso La Sapienza Università di Roma, Valentina Pedicini , regista e sceneggiatrice, Patrizia Penzo montatrice, e Paola Scarnati tra i fondatori dell’Archivio audiovisivo del movimento operaio, esperta di conservazione dei beni audiovisivi .

Il Presidente di AAMOD – Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico  cui si deve il concorso – Vincenzo Vita ha affermato: “Nell’esperienza del Premio Zavattini, la memoria si va a riorganizzare in un sapere diverso, dal momento che lavorare sul materiale passato vuole rappresentare una sorta di miccia che accende una nuova forma di creatività, una sorta di interattività non appiattita, un modo di valorizzare nuove forme generazionali. Per la crescita di un paese la cultura viene prima di tutto. In un’Italia invecchiata – ha specificato Vincenzo Vita – c’è bisogno di incrementare una nuova democratica élite: questa è la missione che AAMOD si propone”.

“Insieme ai colleghi abbiamo svolto un lavoro di selezione non facile ma in totale armonia, data la qualità delle proposte arrivate e i contenuti perfettamente in linea con le caratteristiche del bando” – ha dichiarato Laura Delli Colli – “Il Premio Zavattini negli ultimi anni si è imposto nell’ambito di festival nazionali e internazionali soprattutto in virtù della considerazione dell’uso della percezione della memoria d’archivio che propone: non si tratta infatti di far realizzare un documentario vero e proprio, ma stimolare una memoria viva attraverso il lavoro di giovani menti creative”. “I progetti erano ben 72 – ha ricordato Paola Scarnati – e arrivare a questa selezione è stata un’impresa ardua e allo stesso tempo dilaniante, per aver l’obbligo di scartare proposte comunque validissime e che hanno dimostrato da parte di tutti i ragazzi e ragazze una comprensione totale dello spirito del Premio”.

 

Quindi Laura Delli Colli ha reso pubblica la scelta dei progetti finalisti:

Allegro ma non troppo di Francesco Romagnolo

Ballare sempre ballare hardcore di Jacopo Babuscio e Claudia Toto

Estraneo di Filippo Loccioni e John Alex Siciliani

Di padre in figlio di Vittoria Scutifero

Heimat di Giovanni Montagnana

Il comunismo prima di me di Davide Crudetti

Potessi dirti addio di Claudio Balboni e RobertaMartinelli

Sbagliando s’inventa di Alice Sagrati

Seize the times 2020 di Marco Scola Di Mambro

 

In tutto 9 ammessi al percorso di formazione e sviluppo offerto ogni anno dal Premio Zavattini con importanti professionisti del cinema italiano. Quello dell’attuale edizione, la quinta, si svolgerà tra ottobre e dicembre 2020. I giurati hanno inoltre accolto le autrici di un decimo progetto in qualità di “uditrici”, Martina Citarella e Isabel Florencia Baeza con L’ira può affievolirsi però il fuoco sopravvive.

 

Anche i creatori dei progetti finalisti sono intervenuti durante la conferenza stampa, raccontando la loro esperienza e le loro motivazioni. I giovani aspiranti cineasti hanno poi incontrato il direttore del Premio Antonio Medici, che ha introdotto l’iniziativa insieme alla coordinatrice Aurora Palandrani, ed ha approfondito alcuni aspetti dell’opera e delle istanze teoriche di Cesare Zavattini. Quindi è iniziato il confronto con i tutor Luca OnoratiLuca Ricciardi e Adele Tulli.  Si è in seguito svolto l’incontro con Giacomo Ravesi (Università Roma Tre) dal titolo “Sepolti nella luce Archivio, film-saggio, found footage film”. E così è stato avviata, superando tutte le difficoltà di questo non facile anno, la formazione prevista dallo Zavattini, premio i cui concorrenti è accaduto siano stati scelti dalla mostra di Venezia.


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