Mi piacerebbe che esistesse il Ministero dell’Ascolto.
Diviso in due Dipartimenti: Proteste e Proposte. Con Comitati Filtro Tematici, composti da pensionati qualificati che volessero mettere a disposizione la sapienza di una vita per setacciare proteste e proposte, a caccia di qualche pepita d’oro. Ovvero un’idea semplice, utile, innovativa. Tutti i cittadini che scrivessero al Ministero dell’Ascolto, dovrebbero ricevere una risposta in tempi brevi. E i proponenti di suggerimenti validi, dovrebbero essere insigniti di un “Attestato al Merito della Partecipazione” conferito con onore e risonanza mediatica, per la più alta gratificazione civile di chi si pone il problema di come migliorare la comunità. Le osservazioni più intelligenti dovrebbero alimentare un apposito Ufficio Parlamentare dell’Ascolto, terminale di una filiera che dal basso rifornisse il Legislativo di contributi originali per atti normativi. Penso che il Ministero dell’Ascolto – se ben organizzato – potrebbe essere la migliore cura per l’individualismo e trasformare malcontento e frustrazione in energia costruttiva e di coesione. E adesso che ho sognato, torno alla realtà.
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