La tensione era alta in Piazza del Popolo già prima delle 23, ora in cui era stato convocato il sit-in di Forza Nuova contro quella che definiscono, loro che ne sono esperti, “dittatura sanitaria” e il possibile lockdown. Poco più di un centinaio i manifestanti presenti.
I giornalisti sono finiti da subito nel mirino dei fascisti scesi in piazza, quasi tutti senza mascherine. La piazza era presidiata dalle forze dell’ordine che avevano chiuso via del Corso ed era schierata in tenuta antisommossa.
Il corteo non era stato autorizzato.
Scattata la mezzanotte sono iniziati gli scontri. Come da copione.
Perché questo è Forza Nuova.
Questo sono i fascisti.
Violenza e squadrismo.
Lancio di razzi ad altezza d’uomo e di bottiglie contro la polizia, roghi in giro per Roma, motorini e auto danneggiati. la guerriglia si è manifestata in tutta la sua portata distruttrice.
Prima hanno iniziato a sparare fumogeni. Poi le bombe carta. Solo a quel punto è partita la carica degli agenti che hanno disporsi la folla.
Incendiati anche alcuni cassonetti della raccolta differenziata durante i disordini che si sono estesi in tutto il centro della capitale.
Almeno dieci i fermati.
Ancora una volta abbiamo assistito all’azione criminale di una minoranza fascista che fa capo a un delinquente.
Da tempo, come ha più volte ribadito Paolo Berizzi che da anni scrive dei nuovi gruppi nazifascisti, Articolo 21 sostiene che le organizzazioni come Forza Nuova e Casa Pound vadano sciolte. Il loro ‘manifestare’ nulla ha a che fare con l’articolo 21 della Costituzione.
Si tratta di delinquenza politica ispirata a quella del passato dichiarata da tempo fuorilegge.
E per questo, ancora una volta, ribadiamo che le organizzazioni neofasciste vadano sciolte, come la nostra Carta e le nostre leggi, se si applicassero fino in fondo, consentono.
Intanto il ministero dell’interno conferma che a Napoli si è trattato di “attacchi preordinati”, atti di violenza “organizzati” che “nulla hanno a che fare con le forme di dissenso civile e con le legittime preoccupazioni degli imprenditori e dei lavoratori legate alla difficile situazione economica”.
È stata la ministra Luciana Lamorgese in persona a sintetizzare con queste affermazioni le folli ore di guerriglia urbana vissute venerdì sera a Napoli, quando una manifestazione nata da un gruppo di commercianti come protesta contro il coprifuoco e l’annuncio di un lockdown campano si è trasformata in un assalto contro le forze dell’ordine e il palazzo della Regione, attraverso l’infiltrazione nel corteo di gruppi di violenti e criminali guidati da un vero e proprio piano.
Lo dimostra non solo la dotazione di petardi e altri ordigni esplosi a ripetizione, non solo il fatto di essere scesi in strada con il viso coperto da caschi e cappucci, ma anche la presenza in strada di decine di scooter – pare fossero addirittura 150 – che sfrecciavano tra le strade per ostacolare la reazione di Polizia e Carabinieri all’aggressione.
Quella che è andata in scena venerdì sera a Napoli non era la ‘rivolta dei giovani e dei ristoratori’ ma barbarie pura.
Una ‘guerra urbana’ premeditata e organizzata dalla camorra, o comunque da una parte della malavita che dal lockdown non ha nulla da guadagnare e che non vuole rinunciare al mercato notturno dello spaccio, né agli incassi del pizzo con la chiusura dei negozi se venisse decretato un coprifuoco più esteso.
Per non parlare dell’arrivo di polizia e militari sul territorio per far rispettare l’ordine pubblico con la conseguente impossibilità di qualsiasi attività criminale.