L’Uisp sul nuovo Dpcm: “no, non ci stiamo”

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Lo sport sociale e per tutti non è marginale. Abbiamo due doveri: tutelare il bene primario della salute. E abbiamo il dovere della rappresentanza : lo sport di base è davvero in ginocchio

Roma, 25 ottobre. Pubblichiamo il Comunicato nazionale Uisp sul nuovo Dpcm:

Dall’inizio della pandemia la Uisp è sempre stata sul crinale tra responsabilità verso il bene primario della salute di tutti e il dovere di rappresentanza.

Oggi ci sentiamo di dire NO, NON CI STIAMO alle incongruenze che emergono rispetto ai diversi comparti che interessano le nuove misure del DPCM. Non può essere sempre lo sport a pagare le conseguenze pesanti delle scelte.

Lo sport, quello di base soprattutto, ha una valenza trasversale nelle politiche pubbliche a partire da quelle per la salute, ma è altrettanto economia sociale, opportunità di lavoro, con pari dignità rispetto alle altre realtà produttive del paese. Gli investimenti che il nostro mondo ha fatto per garantire la sicurezza e la salute dei praticanti e dei cittadini non possono non essere presi in considerazione. Lo sport di base è davvero in ginocchio, non ce lo possiamo più permettere.

Chiediamo fin da subito interventi consistenti sul piano delle risorse da allocare, che possano ristorare tutto il comparto sportivo, che riconoscano gli indennizzi a tutti quei lavoratori dello sport che, al pari di tutti gli altri, sostengono le proprie famiglie, i propri figli. NON ACCETTIAMO E NON ACCETTEREMO DI ESSERE CONSIDERATI MARGINALI. Lo sport è parte del progetto di vita di ogni persona, deve avere pari condizioni come per tutte le altre categorie


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