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La scoperta di Gladio

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Roma, 24 ottobre 1990: il presidente del Consiglio Giulio Andreotti interviene alla Camera dei deputati per rispondere ad alcune interrogazioni parlamentari. Cinque giorni prima aveva trasmesso al Comitato per i servizi di informazione e sicurezza un’informativa sulla “Operazione Gladio – Stay Behind“: un’organizzazione clandestina della Nato, che ha operato anche in Italia, creata nel 1951 per contrastare un’eventuale invasione dei paesi occidentali da parte dell’URSS. La notizia suscita forti polemiche, anche fuori dai confini. In Italia dell’esistenza di Gladio erano informati i vertici politici (Presidente della Repubblica, presidente del Consiglio, ministro della Difesa) e quelli militari. La struttura di Gladio era invece sconosciuta al Parlamento. Tra i principali esponenti politici vicini all’organizzazione clandestina c’è Francesco Cossiga. Come era avvenuto con gli iscritti alla P2, anche in questo caso il numero ufficiale dei gladiatori dichiarato da Andreotti (622), era parziale: riguardava solo il numero di civili esterni al Sismi e non il complesso dei componenti la struttura, che era di almeno 1500 unità.

Nel 1952 viene costituito lo “SHAPE”: il Comando Alleato in Europa cui partecipano Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo, Danimarca e Norvegia. Il 28 novembre 1956 viene siglato un accordo bilaterale che coinvolge i servizi segreti militari italiani (Sifar) e la Cia: è la data di nascita ufficiale di Gladio. Nel 1972 l’accordo bilaterale Italia-Usa viene ufficialmente assorbito nella logica Nato e lo SHAPE dà vita ad un organismo politico denominato “Comitato di Pianificazione e Coordinamento”, che sovrintendeva ad un altro organo collegiale operativo chiamato “Accordo Clandestino Alleato”.

Già alla fine di luglio del 1990, in una intervista a Radio Radicale, il generale Ambrogio Viviani (già responsabile dell’Ufficio D del Sismi) aveva accennato ad una imprecisata organizzazione fiancheggiatrice del servizio segreto militare. Il 20 luglio 1990 il presidente del Consiglio Giulio Andreotti aveva incontrato il magistrato Felice Casson, che stava indagando su Gladio. L’estate 1990 era stata caratterizzata anche da un altro terremoto politico, provocato da una inchiesta del Tg1 a cura di Ennio Remondino sui rapporti tra Cia e P2. Inchiesta che era costata la poltrona al direttore del Tg1 Nuccio Fava (sostituito da Bruno Vespa).

Nel 1990 alla Presidenza degli Usa c’è George H. W. Bush (già vicepresidente con Reagan, negli anni ’80). Dopo avere appreso della scoperta di Stay Behind, il Parlamento Europeo stila una risoluzione ove si afferma che “queste organizzazioni operavano e continuano ad operare del tutto al di fuori della legalità, dal momento che non sono soggette ad alcun controllo parlamentare”.

Bibliografia:

– Documentazione parlamentare relativa alla “Operazione Gladio”

– Sergio Flamigni (a cura di) – Dossier Gladio, Kaos 2012

– Giacomo Pacini – Le altre Gladio, Einaudi 2014

Fonte: http://www.piantiamolamemoria.org/il-caso-gladio-stay-behind/?fbclid=IwAR19xQ6U2XRIhjKeS19skiNNM-bW_lYZuSn7r5UHHu79Pzvor27ub3bHq6s


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