RUMOR(S)CENA – TEATRO DI RIFREDI – FIRENZE – Un Teatro popolato da figure animali che convivono in mezzo agli spettatori e agli artisti: sono cani, uccelli, elefanti, leoni, lupi; tutti eleganti con giacca e cravatta. Al Teatro di Rifredi di Firenze sono di casa da quando la stagione 2020/21 è stata annunciata “bizzarra”. Per capirlo basta entrare in platea dove il protocollo per il distanziamento (meglio chiamarlo fisico e non sociale, causa emergenza sanitaria per il sars-cov 2 o coronavirus), è stato rispettato. In modo insolito: molte poltroncine rosse sono occupate da immagini di animali in bella posa e fieri di stare in teatro. E lo dicono anche: “qui ci sto io”. Un cinghiale non si fa intimorire da nessuno, neppure la faina o il lupo, tanto meno la zebra, ma sono tutti innocui e rallegrano un Teatro che oltre ad essere “bizzarro” è anche artisticamente pronto ad accogliere gli spettatori umani, parlanti e pronti a rivedere gli spettacoli dal vivo. In presenza, contingentati e dotati di presidi sanitari. Il pubblico a teatro è sempre più attento e rispettoso delle regole vigenti di chi, al contrario, frequenta movide o mezzi di trasporto affollati. Covid-19 permettendo, i teatri non sono ambienti dove si esagera o si creano pericolosi assembramenti serali per aperitivi.
L’idea di Giancarlo Mordini ed Angelo Savelli del Teatro di Rifredi è curiosa, intrigante, ironica pensata per affrontare e rispettare un decreto governativo che chiede di far accedere in sicurezza il (poco) pubblico. La promozione pubblicitaria ha suscitato curiosità da parte dei media e chi scrive applaude metaforicamente la scelta di dissacrare ironicamente un problema serio: togliere posti tra le file significa perdere un guadagno economico indispensabile per la sopravvivenza del lavoro artistico. Tanti teatri hanno optato per una soluzione più semplice, come quella sui treni: sbarrare con delle x le file o fissare cartelli con scritto “vietato sedere”. O più semplicemente togliere le poltrone e metterci accanto dei tavolini (come al Teatro Metastasio di Prato).
Rifredi invece si è impegnato ad animare e creare un ambiente dove lo staff che lavora in questo teatro si è prestato come testimonial posando accanto ad una immagine tratta dal mondo animale. In un presente storico così drammatico per tutta l’economia ogni progetto alternativo alla rassegnazione va accolto e sostenuto. Lamentarsi e piangersi addosso (come molti hanno fatto nei mesi di pandemia da marzo ad ora) non paga e impedisce di reagire con determinazione. La manifestazione di Milano con “I bauli in piazza” lo dimostrano. Reagire con forza!
Roberto Rinaldi
«Visti i tempi, avremmo potuto chiamarla “una stagione drammatica”, oppure “una stagione al buio”, o, per sembrare più colti, “una stagione all’inferno”. Ma volendo dare un po’ di spazio all’ottimismo, l’abbiamo chiamata “una bizzarra stagione”- spiega il direttore artistico Giancarlo Mordini – bizzarra come le simpatiche bestioline, umanamente abbigliate, che, pronte a prendere il loro posto in sala mescolandosi ai nostri fedeli spettatori, garantiranno le misure di sicurezza e ci ricorderanno che il teatro è fantasia, ironia, libertà. Una stagione divisa in due e annunciata a metà. Una prima parte fino a dicembre che presentiamo subito, confidando nella possibilità di poterla svolgere regolarmente senza i traumi della scorsa primavera; ed una seconda già sostanzialmente pronta ma congelata in attesa di auspicabili positivi sviluppi della situazione generale. Nella prima campeggiano le nostre produzioni – tra riprese e novità – insieme agli spettacoli di alcuni nostri amici (Alessandro Riccio, Lorenzo Baglioni, Opus Ballet, inQuanto teatro) che hanno deciso di condividere con noi il rischio di questa prima fase ancora sotto il segno dell’incertezza. Nella seconda parte della stagione sono pronte, ma in attesa ai nastri di partenza, alcune ospitalità nazionali ed internazionali che andranno ad aggiungersi, naturalmente, alla prosecuzione della fondamentale presenza produttiva della nostra struttura. Questa presenza produttiva – come ben sa chi ci segue – è da alcuni anni incentrata su un filone di drammaturgia internazionale contemporanea che potremmo definire: “I NEOLATINI”; una scelta di campo non solo linguistica ma anche poetica per la vicinanza artistica, culturale, potremmo dire antropologica con i nostri cugini francesi, belgi, spagnoli, catalani, portoghesi, latino-americani e via discorrendo…»Mordini annuncia che «dopo l’ennesimo exploit settembrino del nostro spettacolo itinerante “Walking Thérapie” dei belgi Buysse-Murgia-Zanoni, ad ottobre ci sarà un focus sul franco uruguayano Sergio Blanco ed a novembre uno sul francese Rémi De Vos. E se, come ci auspichiamo, tutto andrà bene, dopo Natale seguirà un focus sul catalano Josep Maria Miró e qualche interessante nuova entrata d’oltreoceano che andrà ad aggiungersi agli altri autori che ormai hanno trovato la loro “residenza” italiana al Teatro di Rifredi».
La programmazione artistica intitolata “La bizzarra stagione numero 35” inizia con un omaggio a Sergio Blanco, uno dei più originali e innovativi drammaturghi apparsi recentemente sulla scena internazionale. Il focus su Sergio Blanco apre la nuova stagione del Teatro di Rifredi: il primo in Italia a tradurre, pubblicare e rappresentare l’autore uruguaiano nell’ambito di un lavoro di ricerca sulla drammaturgia contemporanea, lavoro che, insieme alla traduzione e la messa in scena dei testi del francese Rémi De Vos e del catalano Josep Maria Miró, ha fatto vincere al Teatro il Premio Ubu Speciale della Giuria 2019. Si inizia il 21 ottobre con una serata evento che vede in scena Carmine Maringola, protagonista e scenografo di quasi tutti gli spettacoli di Emma Dante, nella lettura scenica de L’ira di Narciso: uno dei testi più scabrosi e originali del drammaturgo uruguaiano, in cui Blanco racconta di un suo viaggio a Lubiana per tenere delle conferenze sul mito di Narciso. Un’impegnativa prova d’attore, anche alla sola lettura, nelle corde di un interprete dalla forte presenza fisica e dal piglio contemporaneo come Maringola, che sarà coadiuvato da Angelo Savelli anche traduttore del testo. Le affascinanti disquisizioni sul tema del narcisismo si confondono con la strabordante personalità dell’autore, coinvolto in una relazione occasionale dagli esiti inaspettati. Come di consueto nello stile di Blanco i piani del racconto si intrecciano e si sovrappongono, riservando sorprese fino all’ultimo rigo. Un thriller al tempo stesso nero e intellettuale, un’impegnativa prova d’attore nelle corde di un interprete dalla forte presenza fisica e dal piglio contemporaneo.
Si prosegue (dal 23 al 31 ottobre) con la riproposta di TEBAS LAND con Ciro Masella e Samuele Picchi, spettacolo che ha ottenuto nella scorsa stagione a Firenze, Roma e Napoli un grande successo di pubblico e le lodi unanimi della stampa. La traduzione, le scene, i costumi e la regia sono firmati Angelo Savelli. In “Tebas Land” si narra la vicenda di un giovane parricida, di un regista/drammaturgo che lo incontra in carcere per portare in scena la sua storia e di un giovane attore che la deve interpretare.
Prima domenica dedicata alle famiglie e ai giovani, andrà in scena “STORTO” (1 novembre), spettacolo vincitore del Premio Scenario Infanzia 2018, concorso nazionale di teatro per le nuove generazioni. Scritto a quattro mani da Andrea Falcone e Matilde Piran a metterlo in scena è la giovane compagnia fiorentina inQuanto teatro con Stefano Iagulli ed Elisa Vitiello, la regia è firmata da Giacomo Bogani. Una grafic novel teatrale che narra la storia di una fuga e di un ritorno di due studenti, ragazzi normali eppure entrambi in difficoltà. Entrambi “storti” a modo loro. Ma i “dritti” esistono davvero?
Il percorso intrapreso dal Teatro di Rifredi verso la drammaturgia contemporanea prosegue (dal 4 all’8 novembre) con Rémi De Vos, drammaturgo francese considerato uno dei più interessanti autori della nuova scena europea. “TRE ROTTURE” tradotto e diretto da Angelo Savelli è interpretato da Monica Bauco e Riccardo Naldini. Lui, lei e l’altro, il classico triangolo da pochade borghese ma declinato qui in maniera paradossale e grottesca. L’umorismo chirurgico e politicamente scorretto che caratterizza la scrittura di De Vos affonda il bisturi nello sfinimento dei rapporti di coppia in una società occidentale banalmente benestante, scioccamente edonistica e fatalmente destinata all’estinzione. COB-Compagnia Opus Ballet diretta da Rosanna Brocanello, festeggia in questa stagione i suoi dieci anni di attività con uno speciale GALA (13 e 14 novembre); un viaggio nel tempo alla riscoperta di un percorso artistico che si snoda tra i linguaggi e le pratiche della danza contemporanea. Dal 25 al 29 novembre il paradossale testo di Rémi De Vos “OCCIDENTE” con Serra Yilmaz e Ciro Masella. La traduzione del testo e la regia sono di Angelo Savelli. “Occidente” descrive una situazione forte fra due personaggi annientati dalla mancanza di desiderio, dal comportamento esacerbato, dal linguaggio virulento. L’Occidente di cui si parla è la terra dove tramonta il sole e dove anche la passione e i valori umani declinano nella notte. “CHIACCHIERE E CANZONI” (dal 3 al 5 dicembre) di Lorenzo Baglioni, il cantautore/attore ed ex professore di matematica che si è fatto conoscere per le sue “canzoni didattiche”. Alcuni dei suoi maggiori successi, più una serie di pezzi mai eseguiti live e alcuni inediti), monologhi e interazioni col pubblico, nel corso di uno spettacolo vario, intelligente e divertente. Il filo conduttore che lega le varie parti dello show è quello della comunicazione, tema molto attuale nell’era del web e dei social network.
Una compagnia composta da giovani attori, Federico Calistri, Olmo De Martino, Antonio Lanza, Fabio Magnani, Simone Marzola, Diletta Oculisti ed Elisa Vitiello porta in scena “I PROMESSI SPOSI OVVERO: QUESTO SPETTACOLO NON S’HA DA FARE” (dal 10 al 13 dicembre), una riduzione teatrale, curata da Angelo Savelli, del romanzo di Alessandro Manzoni che mette in luce una delle più originali, ma spesso ignorate, peculiarità del capolavoro manzoniano: l’ironia. La regia è firmata a quattro mani dallo stesso Savelli con Ciro Masella. inQuanto teatro in coproduzione con La Piccionaia (domenica 20 dicembre) per raccontare in GAME OVER/continue? la storia di Alice, una bambina innamorata di giochi e videogiochi, ma teneramente spaventata da ogni fine. Una fiaba attuale sulla paura di affrontare la fine delle cose: adatto dai 6 ai 10 anni lo spettacolo è firmato da Andrea Falcone e Matilde Piran, la regia è di Giacomo Bogani, gli interpreti Michela Lusa, Teresa Tanini e Stefano Iagulli.
Per le feste di fine anno (dal 26 dicembre al 3 gennaio) ritroviamo sul palco del Teatro di Rifredi la travolgente coppia formata da Alessandro Riccio e Gaia Nanni in “LA MECCANICA DELL’AMORE” spettacolo-cult del loro repertorio. Umorismo, colpi di scena, trasformismo in un duetto ricco di piccole sfumature, colpi di scena e gags