La libertà di informazione sotto attacco, a Perugia un panel con i cronisti minacciati

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A che punto è la libertà di informazione in Italia e, più in generale, la libertà di azione dei giornalisti? Ne parliamo domani nel panel dedicato alle minacce alla libertà di stampa nell’ambito dell’evento di Perugia che vuole approvare e condividere una Carta Europea della libera informazione. Da anni Articolo 21, con la Fnsi, è impegnata a sostenere i cronisti sotto tiro in territori difficili, attaccati perché seguono argomenti scomodi, aggrediti fisicamente, denunciati ingiustamente, spesso isolati nei luoghi che raccontano. Sembrava già che tale situazione avesse toccato un punto molto basso, capace di trascinare la democrazia italiana lungo qule filo sottile che divide i diritti civili dalla loro negazione. Invece è accaduto dell’altro: da un paio di anni sono aumentati in modo esponenziale gli attacci di gruppi neofascisti ai giornalisti che scrivono, appunto, della loro rinascita, impunita nonostante essi rappresentino una palese violazione costituzionale, oltre che di un specifica legge ordinaria. Il virus fascista che attraversa il Paese transita dalla rete e sui social si moltplicano vere e proprie campagne di persecuzione che adesso allargano il loro raggio di azione e arrivano a colpire chi racconta l’immigrazione, i respingimenti illegali, gli accordi illeciti con l’Egitto, chi racconta la Siria, la Turchia, l’Africa, chi riprende il lavoro dei blogger di Malta, chi parla dell’Ungheria, della Bielorussia, come se una sorta di moltiplicatore di minacce e odio fosse entrato in azione, complice una difficile lotta al lunguaggio dell’odio. Difficile ma non impossibile e comunque in fase più avanzata rispetto ad un recente passato. A raccontare cosa significa essere bersaglio di minacce in rete ma anche quanto costi in termini di coraggio scrivere della Terra dei fuochi o della Calabria o dei territori del nord del Paese, ormai punto di approdo della crema delle mafie italiane, ci saranno Paolo Berizzi, primo giornalista sotto scorta per le minacce arrivate dopo i suoi servizi sui neofascisti e i gruppi ultrà vicini o integrati nel cuore nero del nord Italia. Con lui Nello Scavo, parte offesa al procdesso contro Neville Gafà a Malta, Luciana Esposito che scrive della Campania tuttora in balia dei nuovi clan, Sara Lucaroni, Asmae Dachan, Paolo Borrometi, Donato Ungaro. L’idea è quella di scrivere a Perugia una Carta Europea della libertà di informazione e di farlo seguendo trame autentiche di vita, racconti, storie raccolte insieme a molti altri protagonisti-vittime che partecipano all’evento, da Giulio Vasaturo, l’avvocato della Fnsi che sta accanto ai cronisti minacciati nei processi, ad Antonella Napoli che non smette di raccontare l’Africa e le tragedie dell’immigrazione nonostante i continui post minatori, a Claudio Silvestri, il segretario del Sugc che segue da anni storie quotidiane dei cronisti nella Campania più ruvida, a Walter Verini che da coordinatore del Comitato sui giornalisti minacciati contribuisce a monitorare il fenomeno all’interno della Commissione Parlamentare Antimafia. Sarebbe lungo, ma forse è utile, elencare i vocaboli degli insulti e delle minacce, da mentecatto a demente, strega, poveraccio, lurido, a “vergognati”, “muori”, “nasconditi”, “avrai ciò che ti meriti”, “spero che tu venga stuprata”, a venduto, infame, pennivendolo, bufalaro. Il culmine è stato toccato due mesi fa quando vittime degli attacchi sui social, alcuni di estrema gravità, sono stati quei giornalisti, come l’inviata Rai, Angela Caponnetto, che avevano svelato le bufale su alcune azioni di migranti a Lampedusa, risultate prive di fondamento e mai verificate da chi le aveva pubblicate. Dal tavolo di Perugia, ideale prosecuzione della Carta di Assisi, crediamo si possa levare un appello condiviso circa la necessità che l’Europea garantisca ai giornalisti europei di poter raccontare ciò che accade nel continente con il più alto tasso di democrazia eppure lo stesso in cui cresce il numero delle violazioni della libertà dei giornalisti.


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