In un Paese di individualisti, l’interesse generale è impopolare.
Le reazioni alle nuove restrizioni anticovid sembrano la conferma di questa analisi, anche se ci sono molti consenzienti silenti, che approvano la stretta di sopravvivenza del Governo, ma non lo dicono. Io sono favorevole a questo nuovo blocco “salvavita” , purché i sussidi siano veloci e i controlli per chi ne abusa altrettanto, perché In un momento di carestia, anche chi specula su una patata è un infame.
Così come privi di dignità sono i politici ingolositi dai buffet di rabbia in bellavista, pronta per essere trasformata in consenso con una semplice dichiarazione di condivisione. Notateli mentre si ingozzano del malcontento e parlano a bocca piena con richieste di “tutto a tutti”. Sono gli opportunisti del sacrificio pubblico, che frugano nei cassonetti della violenza per strappare mezzo punto di consenso. A Conte chiedo di andare avanti, nel nome dell’interesse generale della salute, soprattutto dei più fragili. Ma gli chiedo di riaprire per primi teatri, sale concerti, cinema e biblioteche, anche per poco, per un solo spettacolo, appena possibile. La cultura è il vaccino contro l’abbrutimento e mai ce n’è bisogno come in questo periodo.
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