#FestadelCinema2020 The Courier, di Dominic Cooke 

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Quello che ci racconta The Courier è un episodio realmente accaduto nel corso della Guerra Fredda che ha contribuito a disinnescare una crisi nucleare che sembrava inevitabile“.

Il Film The Courier, di Dominic Cooke, nella Selezione “Tutti ne parlano” della XV Festa del Cinema di Roma, racconta del lavoro di spia svolto da un tranquillo, modesto, e schivo, uomo d’affari inglese, Greville Wynne (interpretato da Benedict Cumberbatch), sempre in viaggio all’estero, che venne ingaggiato dai servizi segreti del Regno Unito, l’MI-6, e da quelli USA, la CIA, per entrare in contatto con il colonnello dell’ intelligence militare sovietica, il GRU – Glavnoe Razvedyvatel’noe Upravlenie, Oleg Vladimirovič Pen’kovskij (interpretato da Merab Ninidze), intenzionato a fornire informazioni all’occidente per disinnescare l’incombente minaccia nucleare che stava per abbattersi sull’umanità a causa dell’atteggiamento aggressivo del leader sovietico Nikita Chruščëv.

Il contesto storico è dunque quello della Guerra Fredda, e, in particolare, il confronto che ci fu tra gli USA e l’URSS, tra il 16 e il 28 ottobre del 1962, in conseguenza al dispiegamento dei missili balistici sovietici a Cuba, in risposta a quelli statunitensi schierati in Turchia e in Italia. Uno dei momenti più critici del periodo, in cui il rischio di una guerra nucleare venne toccato con mano.

Un film drammatico, dall’indubbia valenza storica, in cui viene ricordato il contributo determinante della spia sovietica Pen’kovskij, nome in codice Hero, e del suo “corriere” britannico, Greville Wynne, al disvelamento, da parte degli aerei spia USA Lockheed U-2, della posizione delle rampe di lancio dei missili sovietici R12 e R14 installate sull’isola caraibica, di fronte alla Florida.

Ma The Courier è anche un film-testimonianza sull’amicizia, quella che si era nel frattempo instaurata tra le due spie, e che avrebbe portato Greville Wynne a rischiare la propria vita nel disperato, e vano, tentativo di portare in occidente l’amico Pen’kovskij, e la sua famiglia, ritenuto oramai “bruciato” e quindi prossimo all’arresto da parte dei servizi segreti sovietici.

Nelle note di regia si legge che la voglia di fare il film in Cooke è nata leggendo i libri di storia: “molti eventi erano e rimangono riservati, quindi scoprire cosa è successo realmente è stata una sfida perché entrambe le parti hanno diffuso informazioni false. Le persone non vogliono che tutto sia messo a verbale”.

Un bel film, con un Benedict Cumberbatch in splendida forma. D’altronde, la sua popolarità, da quando nel 2010 ha indossato il cappello da detective di Sherlock Holmes, sembra inarrestabile. Cumberbath, con all’attivo numerose nomination a prestigiosi premi, ha vinto di recente, nel 2019, il suo primo Bafta, l’equivalente britannico degli Oscar, per il ruolo di Patrick Melrose nella omonima miniserie televisiva britannico-statunitense.

Del Cast, fanno parte, oltre a nBenedict Cumberbatch e a Merab Ninidze, Rachel Brosnahan e Jessie Buckley.

The Courier distribuito in Italia da Eagle Pictures, approderà presto nelle sale italiane con il titolo “L’ombra delle spie”.


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