Può accadere che tutto ciò che abbiamo appreso nel corso dello scorrere della nostra vita inizi, da un certo punto in poi, a sfumare: come i ricordi, e poi, pian piano, a seguire, le facoltà cognitive e motorie. Un racconto intimista, sull’amore in tempi di demenza senile, quello firmato da Harry Maccqueen, che ne ha curato anche la sceneggiatura, in concorso nella sezione ufficiale della Festa del Cinema di Roma 2020. Un gran bel film, diciamolo subito, il migliore di quelli visti sino ad ora, e, con ogni probabilità candidato ad ottenere una posizione d’onore sul podio finale della Kermesse, una Festa che sembra essere iniziata un po’ in sordina per via della recrudescenza della pandemia in atto.
Ma torniamo al film. Come dicevamo, un film sull’amore, dunque, quello libero, incondizionato, che lascia senza respiro; quello che porta ad accettare anche le scelte più estreme del proprio partner, anche quelle irreversibili.
Siamo in autunno. I primi fotogrammi cadono su Sam e Tusker mentre viaggiano nella campagna inglese a bordo del loro camper – rimesso su strada per l’occasione, alla ricerca dei momenti passati – di quelli trascorsi insieme e che ben presto, con l’incedere della malattia, spariranno dalla mente di Tusker. Un viaggio fatto di lunghi silenzi, con la macchina da presa che ne accompagna le pause, con dei primi piani, ripetuti, dei loro volti, quasi a non voler rompere quella magia fatta di sguardi, di tenerezze reciproche, ma anche di dolore non espresso per un evento che busserà ben presto alla loro porta, con la morte progressiva e definitiva dei neuroni di uno di loro.
Sam e Tusker – il primo un musicista affermato che da tempo non si esibisce in pubblico, il secondo uno scrittore alle prese con la stesura del suo prossimo libro di cui nessuno conosce la trama – hanno messo in pausa i propri impegni per trascorrere insieme ogni istante, prima che la malattia prenda il sopravvento. Il poco tempo da trascorrere ancora insieme è cosi diventato il loro bene più prezioso, e ad esso viene sacrificato ogni cosa.
Tuttavia, durante il viaggio, i silenzi saranno sempre di più interrotti dai litigi a causa del loro discordante atteggiamento verso il futuro, soprattutto quando Sam scoprirà le vere intenzioni di Tusker.
Sarà comunque l’occasione per entrambi di interrogarsi sul vero e più profondo significato dell’amore e su ciò che ognuno è disposto a fare, a sacrificare, per la persona amata. Un amore declinato tutto al maschile.
Magistrale e potente la prova attoriale di Colin Firth e Stanley Tucci, così come la fotografia di Dick Pope. Harry Macqueen ha dichiarato di aver lavorato per più di tre anni al film, in stretto contatto con gli studiosi della malattia e le famiglie degli ammalati.
Una delle esperienze più profonde e importanti della sua vita: “il desiderio appassionato di scrivere in modo originale una storia che avesse come protagonista una coppia dello stesso sesso; di raccontare una relazione fondata sull’amore in cui la sessualità dei personaggi non definisse in alcun modo la narrazione”.