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Dimenticarsi di Corrado Stajano

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Piove sul bagnato. Come non fosse bastato il recente – e poco commentato – addio di Corrado Stajano al Corriere della Sera, pare che lo scorso 24 settembre solo il quotidiano on line “Cremona Oggi” si sia ricordato di fare gli auguri al “maggiore tra gli scrittori cremonesi”, per i suoi 90 anni. (tra i giornali di carta, solo il Sole 24ore e le pagine culturali del Corriere hanno ricordato la ricorrenza). Come tutti sanno, o dovrebbero sapere, Corrado Stajano è tra i più importanti intellettuali italiani; non solo tra quelli viventi. Sicuramente lo sanno bene le ragazze e i ragazzi che hanno affrontato l’esame di maturità nel 2019, ultimo anno scolastico dell’era pre-Covid: tra i “testi argomentativi”, alias “brevi saggi”, proposti l’anno scorso dal Ministero dell’Istruzione per la prima prova scritta, c’era anche un testo di Stajano sull’eredità del Novecento. Repubblica divulgò un breve, bellissimo video sull’incontro tra uno studente del liceo Beccaria di Milano, che aveva scelto quella traccia, e lo scrittore (quasi) novantenne: https://youtu.be/SJ0-mAGGklI .

Non avendo mai avuto l’occasione di conoscerlo di persona, confesso di aver provato un pelo d’invidia per quel giovane studente, non più di tanto imbarazzato nel conversare di storia e memoria con il protagonista della sua prova di maturità. In realtà prevale in me un sentimento di fiducia nel futuro, nel vedere che molti giovani meritano di avere un concittadino così illustre; molto più di quanto non ce lo meritiamo noi adulti.

D’altronde a cosa può servire tirare le orecchie al mondo della cultura e dell’informazione per le evidenti, non scusabili dimenticanze e le eventuali code di paglia? Senza dubbio i suddetti non mancheranno di scrivere coccodrilli quando – il più tardi possibile, ça va sans dire – Stajano se ne andrà da questo mondo. Mi pare più utile condividere alcuni brevi estratti da scritti di Stajano contenuti in due saggi di grande spessore pubblicati negli ultimi anni: “Il cuore di potere” del giornalista Raffaele Fiengo e “Italia occulta” del magistrato Giuliano Turone. Un paio di contributi – una lettera aperta e una prefazione – che, con poche e ben calibrate parole, ci mostrano con limpidità l’Italia di ieri, lasciano forse intuire alcune ragioni dei silenziosi imbarazzi di oggi.

Auguri a Stajano e auguri all’Italia. Buona lettura.

 

Caro direttore,

la parola d’ordine nelle stanze alte del “Corriere” è sopire, troncare, minimizzare, allontanare il fuoco dalla paglia, fare in fretta, soprattutto, a collocare il nuovo direttore [Stefano Folli, ndr] sulla poltrona con l’Enciclopedia Treccani di spalle.

Io mi sono dimesso stamattina perché non credo per nulla nella versione ufficiale delle dimissioni di Ferruccio de Bortoli – i motivi personali – e non credo neppure nelle assicurazioni date sulla continuità del giornale, più o meno provvisoria. (…)

Che cosa significa, mi sono detto, il concetto di continuità predicato ora in un giornale come questo che ha segnato la vita nazionale? (…) La continuità arriva fino alla P2-Di Bella, Rizzoli, Tassan Din o per continuità – speriamo – si vuole intendere soltanto la parte civile della storia, Mario Borsa, Ottone, Cavallari, Stille, Mieli? E Ferruccio de Bortoli. Che ha diretto con dignità un giornale moderato dove a occupare la prima pagina sono stati soprattutto Panebianco, Galli della Loggia, Merlo, Ostellino e qualcun altro, guardie bianche da cui Berlusconi non ha avuto certo da temere, soltanto benevolenza e consigli filiali. (…) Il cambio di un direttore di giornale avvenuto chiaramente per impulso governativo non è, come ha detto qualcuno dall’anima questurina, simile a un banale cambio di prefetti. Soprattutto in via Solferino, dove la forza della tradizione conta, nonostante la retorica, dove, malgrado tutto, anche se con fatica, il giornale ce l’ha quasi sempre fatta a uscire dalle tempeste (la P2 non era un club di gentiluomini: basta ricordare che Giuliano Turone e Gherardo Colombo, allora giudici istruttori, arrivarono alle liste di Gelli indagando sulla mafia, sul finto rapimento di Sindona in Sicilia, sull’assassinio dell’avvocato Giorgio Ambrosoli).

 

[lettera pubblicata l’8 giugno 2003 su l’Unità]

«Quante storie. La P2 non fu nient’altro che un club di gentiluomini» disse più volte l’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi (tessera 1816 della Loggia). E Gelli, anni dopo, nel 2008, ai tempi dell’ultimo governo Berlusconi, ricambiò il favore e rivendicò con orgoglio alla Loggia P2 la paternità del “Piano di rinascita democratica” con queste parole: «Peccato non averlo depositato alla Siae per i diritti, tutti ne hanno preso spunto: l’unico che può portarlo avanti è l’attuale presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi». (…)

Perché tanto spazio alla P2 nella prefazione a questo libro di Turone, ricco di fatti e di personaggi? Perché la P2 è «la metastasi delle istituzioni», il cuore, la matrigna maligna, portatrice di quasi tutte le nequizie di quegli anni. Salta fuori di continuo come un misirizzi coi suoi nomi di potenti e di subalterni ubbidienti a ordini anche criminali. La caduta della dignità e del rispetto civile sono la norma. Colpiscono certi fatti che possono sembrare minori. Gelli che convoca nella sua Villa Wanda un alto magistrato, Carmelo Spagnuolo, procuratore generale presso la Corte d’appello di Roma, il generale Giovanbattista Palumbo, comandante della divisione carabinieri Pastrengo di Milano, il generale Franco Picchiotti, comandante della divisione carabinieri di Roma, il generale Luigi Bittoni comandante della brigata carabinieri di Firenze, due colonnelli. Il venerabile ha fretta e gli uomini della Repubblica accorrono proni ad ascoltare l’oracolo. Siamo nel 1973 (…) Si ventila allora l’ipotesi di un governo presieduto da Carmelo Spagnuolo. Gelli sembra un capo di stato maggior generale che dà gli ordini ai sottoposti pregandoli di trasmetterli a loro volta ai minori di grado.

I loro nomi sono tutti nelle liste della P2 e tornano in molte occasioni. Quello del generale Giovanbattista Palumbo fa usare a Giuliano Turone, sempre misurato, attento ai significati del linguaggio, gli aggettivi “temibile e francamente malvagio”. (Partì dalla Pastrengo, nel 1973, «l’ignobile crimine dello stupro dell’attrice Franca Rame, ideato e commissionato dalla mente perversa del generale Palumbo»). (…) Il generale Palumbo è un appassionato cacciatore di adesioni alla Loggia, gli piace assistere alle iniziazioni dei nuovi fratelli all’Hotel Excelsior, a Roma. È in stretto contatto, scrive la Relazione Anselmi, con il generale Musumeci, segretario generale del Sismi, il servizio segreto militare. È anche un acerrimo nemico del generale Carlo Alberto dalla Chiesa. Probabilmente geloso, lo teme e lo danneggia come può. (…) “Italia occulta” racconta con minuzia la vicenda del tentativo fatto allora dai capi della P2 di affiliare alla Loggia Carlo Alberto dalla Chiesa, uomo in crisi. È una trappola per rendere ricattabile il generale che dà fastidio ai piduisti. Il piano fallisce. (…) È interessante analizzare quel che allora accadde con l’occhio del presente, in una società come la nostra, distratta, passiva. Gli esempi di allora non mancano. La Sezione speciale anticrimine della divisione Pastrengo è pilotata dagli uomini della P2. Poi, nel 1978, per merito del ministro Virginio Rognoni che crea un nucleo speciale antiterrorismo, ricompare il generale dalla Chiesa. L’Italia pulita, quella volta, vince sull’Italia fedele al «fascino del potere nascosto». (…)

La P2 sembra ed è un’ossessione. Spunta e rispunta. Un fantasma travestito da diavolo, burattinaio di fatti che sembrano tra loro lontani e invece nascono dalla stessa radice, contigui.

*presidente associazione Piantiamolamemoria (www.piantiamolamemoria.org)

Note:

L’addio di Stajano al Corriere: https://www.open.online/2020/09/10/corrado-stajano-lascia-il-corriere-della-sera/

Gli auguri di Cremona Oggi: https://www.cremonaoggi.it/2020/09/23/compie-90-anni-corrado-stajano-maggiore-gli-autori-cremonesi/

Maturità 2019: https://www.wired.it/attualita/scuola/2019/06/19/corrado-stajano-maturita-prima-prova/

Il libro di Fiengo: http://www.chiarelettere.it/libro/reverse/il-cuore-del-potere-9788861908734.php

Il libro di Turone: http://www.chiarelettere.it/libro/reverse/italia-occulta-9788832961188.php


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