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“Coprifuoco” Covid

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Chi esce la sera da casa dopo le 21dovrà informarsi con attenzione. Anche in Italia si affaccia il “coprifuoco” contro il Coronavirus dopo l’esplosione della seconda ondata della pandemia. Il “coprifuoco” anti contagi adottato in Francia da Emmanuel Macron esordisce anche nel nostro paese.

Ma la parola “coprifuoco” dal terribile suono bellico non viene pronunciata da Giuseppe Conte. Non solo. Il presidente del Consiglio in un primo tempo aveva delegato ai sindaci la possibilità di ordinare la severissima misura contro gli assembramenti, una sorta di “coprifuoco municipale”. La bozza del Dpcm (decreto del presidente del Consiglio dei ministri) di domenica 18 ottobre aveva usato una lunga perifrasi per intervenire sulla “movida” di giovani e anziani: «I sindaci dispongono la chiusura al pubblico, dopo le 21, di vie o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento, fatta salva la possibilità di accesso e deflusso agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private». Conte, nella conferenza stampa televisiva, confermava l’incarico di primi cittadini di disporre o no «la chiusura al pubblico», ovvero il “coprifuoco municipale”.

Poi è arrivato il dietrofront in seguito alla protesta dei sindaci in rivolta contro l’arrivo della patata bollente nelle loro mani. Così dal decreto definitivo del presidente del Consiglio è sparito il riferimento ai sindaci. Il testo ha semplicemente decretato genericamente: in caso di assembramenti «può essere disposta la chiusura al pubblico» di strade e piazze. I “coprifuoco municipali” sarebbero una possibile scelta comune (secondo l’interpretazione prevalente) dei sindaci, dei prefetti e dei presidenti di regione.

Invece dei “coprifuoco municipali” si parte con quelli regionali. Il presidente della Lombardia Attilio Fontana e i sindaci  delle città capoluogo della regione hanno chiesto al governo un coprifuoco dalle 23 alle 5 del mattino a partire da giovedì 22 ottobre. E’ previsto lo stop di tutte le attività e di tutti gli spostamenti escluse le esigenze «eccezionali».

Esistono norme nazionali e locali anti Covid-19. Esistono i “coprifuoco municipali” e regionali notturni. Ma di giorno davanti ai bar, le scuole si vedono ammassamenti massicci. Stesso discorso vale per i trasporti pubblici.


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