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Cantiere dell’immaginazione. Stagione 2020-2021 teatro di Roma, teatro nazionale

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Il Teatro di Roma, dal cuore antico di Piazza Argentina, torna ad affacciarsi sulla scena nazionale come strumento di ricostruzione sociale e luogo di riconquista della vicinanza, alla ricerca di una connessione ancora più forte e trasversale con la comunità di spettatori, cittadine, artisti e artiste.

Con il titolo CANTIERE DELL’IMMAGINAZIONE, motore di un pensiero progettuale e di politica culturale, la Stagione 2020/21 risponde alla crisi pandemica collocando al centro del dibattito il teatro nella sua profonda relazione con il nostro tempo per ribadire la sua funzione di servizio pubblico per la società.

Nella riflessione sul ruolo del teatro al tempo del distanziamento sociale, lanciare una nuova Stagione assume per il Teatro di Roma la valenza simbolica di una presa di responsabilità. Riconoscendo nel teatro l’arte che più di ogni altra ha immediatamente a che fare con l’Altro, Cantiere dell’immaginazione si interroga sul concetto di presenza e sul ruolo e la funzione che il Teatro di Roma è chiamato a ricoprire nei confronti della sua città. Dove il lockdown ha reso necessaria una chiusura diventa fondamentale, oggi, riaprire alla socialità, alimentare il desiderio di dialogo e di incontro attraverso il teatro, che sul modello delle grandi istituzioni culturali del resto d’Europa, sempre più diventa il luogo non solo della visione ma quello del confronto, della presa di parola, della sperimentazione. Il Cantiere dell’immaginazione ripensa la scena come contenitore inclusivo di persone e spazi e come rinnovata occasione per la produzione e la trasformazione collettiva del pensiero, attraverso cui agire sul mondo e sul nostro presente. Paesaggio della Stagione è una Roma sconfinata, composta di tante metropoli, divisa tra le sue molte anime, dove riprendere confidenza con il teatro e con i suoi luoghi, ampliando le occasioni di dialogo con il pubblico per recuperare la conversazione interrotta ed esplorare forme di presenza altre da inventare insieme a spettatori e spettatrici.

È con il pensiero all’eccezionalità di questo periodo emergenziale che il Teatro di Roma, tenendo conto delle disposizioni attuali, decide in via straordinaria di presentare la prima parte di Stagione, che prende avvio da settembre a gennaio con una programmazione estremamente connotata da produzioni e coproduzioni. Farà seguito una seconda parte di Stagione articolata tra novità produttive, internazionali e ospitalità, accompagnata dalla riprogrammazione di alcuni spettacoli sospesi a causa del lockdown, che sarà prossimamente annunciata nei dettagli per tutelarla da possibili variazioni e che, in questa sede, anticipiamo a conferma dell’impegno istituzionale del Teatro. Compone la trama dei cartelloni una totalità di oltre 50 titoli, di cui 11 recuperi, con 27 produzioni  7 nuove produzioni dirette9 nuove coproduzioni fra cui un’importante coproduzione internazionale  27 spettacoli ospiti.

Una Stagione che si esprime in due momenti, aperta e attenta all’evolversi delle contingenze per integrarne connessioni, prospettive, spinte ed energie creative, che possano incoraggiare e sostenere una riflessione collettiva sul nostro presente, necessaria e resa ancora più urgente dalla pandemia. Così, il Teatro di Roma, presieduto da Emanuele Bevilacqua, mette al centro della propria proposta ciò che naturalmente era già inscritto nel proprio progetto triennale, un progetto culturale integrato e inclusivo, ideato da Giorgio Barberio Corsetti e coadiuvato per l’India da Francesca Corona, che punta sull’idea di arte come occasione di fare e ridefinire la comunità e traducendo in pratica e impegno quotidiano i concetti di aperturapresenza e coinvolgimento del pubblico.

Durante il periodo di chiusura il Teatro di Roma ha aderito al programma #laculturaincasa di Roma Capitale, reinventandosi in nuove forme attraverso un palinsesto di attività virtuali dal titolo #TdROnline. Una programmazione digitale diramata dai canali social del Teatro con più di 500.000 visualizzazioni totali e un milione di utenti raggiunti, aprendo finestre di dialogo e mantenendo vitale il contatto fra il pubblico e teatro attraverso iniziative come i Talk&Dialoghi, conversazioni pubbliche fra Giorgio Barberio Corsetti e artiste e artisti della scena nazionale e internazionale, e i frammenti poetici e di narrazione della rassegna Schegge&Racconti. Al fianco della programmazione virtuale, la scorsa primavera ha visto inoltre la nascita di Radio India, spazio di incontro immaginario divenuto in breve tempo punto di riferimento con quasi 28.000 ascolti tra live e podcast già soltanto nei mesi della quarantena. Prima di misurarsi con le difficoltà e i limiti imposti dall’emergenza sanitaria, nella precedente Stagione sono andate in scena 31 produzioni, a fronte delle 5 annullate per il lockdown, registrando più di 100.000 spettatori e quasi 7.000 persone che hanno preso parte alle attività culturali come le mostre, gli atelier, gli incontri della Scuola Serale (65 appuntamenti a fronte dei 6 annullati).

Si torna ora insieme ad abitare gli spazi con un progetto sperimentale, di visione e di pensiero, che scorrerà sui palcoscenici di ArgentinaIndiaTorlonia e Valle, attorno a modalità produttive e formati originali di rappresentazione e relazione, dove gli artisti e le artiste saranno le antenne più ricettive delle istanze contemporanee, mentre il pubblico diventerà, sempre più, il punto di contatto con l’esperienza collettiva del fare teatro. La collettività si conferma, infatti, l’elemento necessario per la ripartenza di un’arte strettamente connessa con l’ascolto del pubblico, oggi più che mai legata alla città, che continua a interrogare l’essenza stessa della convivenza umana.

La sfida è dunque quella di leggere nell’esperienza della crisi un’opportunità: potenziare gli spazi sociali, teatrali e non, attraverso il coinvolgimento degli spettatori negli Atelier, nei corsi formativi della Scuola Serale, nei dibattiti dei Talk, nella chiamata alle armi creative delle Call. Ma anche investire nelle energie e nella ricerca di artiste e artisti, come per le cinque compagnie residenti di Oceano Indiano e le speciali curatele affidate al coreografo Michele Di Stefano, coordinatore della quarta edizione della sezione dedicata alla danza contemporanea Grandi Pianure, e al regista Fabrizio Pallara, per il primo anno alla guida di una sezione progettuale interamente dedicata al pubblico delle nuove generazioni.

La presentazione della Stagione non può infine prescindere dal pieno rispetto delle norme sanitarie anti-contagio, a salvaguardia degli spettatori, degli artisti e artiste e lavoratori, che si riflette anche sulle capienze contingentate della platea di Argentina (324 posti) e delle sale di India (Sala A 121; Sala B 60; Sala Oceano Indiano 49), conteggiate secondo le disposizioni attualmente in vigore.

A bilanciamento delle problematicità legate alla capienza e in considerazione delle difficoltà economiche connesse all’emergenza, il Teatro di Roma si dota di speciali miniCard da 50 euro, oltre a soluzioni promozionali e ulteriori formule di recupero per venire incontro a coloro che non sono riusciti a utilizzare a pieno gli abbonamenti della passata Stagione, allo scopo di garantire l’accessibilità a un Teatro che si vuole accogliente, plurale e partecipato,

Leggendo nella situazione emergenziale un’opportunità per il settore dello spettacolo dal vivo di stringere nuove alleanze teatrali e rinsaldare quelle già in essere, il Teatro di Roma investe nella continuità artistica, recuperando parte della programmazione dalla Stagione mancata, e nelle misure di accessibilità, che si inseriscono in una più ampia attenzione verso il sostegno al reddito per le artiste e gli artisti e per il lavoro teatrale. Ne è un esempio la produzione digitale di Centuria dello scorso maggio, a cui ha fatto seguito a settembre la residenza a Torlonia e India della compagnia di artisti e tecnici di Un nemico del popolo – la pluripremiata produzione del Teatro di Roma diretta da Massimo Popolizio e colpita dall’interruzione della tournée. In questa occasione il Teatro di Roma si è infatti messo in ascolto delle loro riflessioni e proposte accogliendo il progetto Scritture orizzontali: appunti per un Mondo Nuovo, per riattivare il dialogo creativo a partire dal tema delle competenze e della dignità del lavoro culturale.

Aggiornamento a cura di Angelo Pizzuto


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