Roma, 11 ottobre. La Uisp ha sempre risposto con grande senso di responsabilità nei confronti della sicurezza e della salute dei cittadini e soprattutto dei propri praticanti, di fronte alla pandemia e alle misure per il contenimento del contagio che si sono susseguite. Attenzione e rispetto che abbiamo condiviso con le nostre associazioni e società sportive del territorio, con i nostri soci che a loro volta hanno ottemperato e adottato i protocolli necessari, dentro il quadro normativo predisposto dalle varie istituzioni e autorità nazionali, regionali e territoriali. Garantendo la massima sicurezza con puntuale sanificazione degli spazi e protezione individuale e collettiva.
Non è superfluo ricordare che in questa particolare fase uno dei comparti che più di altri sta pagando un prezzo enorme sul piano delle attività e dei relativi costi e posti di lavoro è sicuramente lo sport di base. Sul terreno del lavoro si rischia di vedere vanificati gli importanti sforzi fatti da questo governo per ciò che riguarda i collaboratori sportivi e che hanno permesso a costoro di emergere dall’invisibilità. Migliaia di famiglie che stanno registrando significative sofferenze. C’è un’alta percentuale di realtà sportive del territorio che non ha trovato le condizioni per una ripartenza della stagione sportiva con una ricaduta pesante sul piano del deficit sociale, educativo e coesivo delle nostre comunità.
Il binomio attività sportiva e salute viene paradossalmente colpito da questa situazione che rischia di avere le caratteristiche che abbiamo vissuto nella fase acuta dell’emergenza.
Le notizie che circolano in queste ore ci portano ad alzare il livello di attenzione e di preoccupazione che rivolgiamo a tutte le autorità competenti ai vari livelli affinché, nelle eventuali misure da adottare per il contenimento dei contagi, non si creino discriminazioni tra i diversi organismi sportivi e che siano garantite le stesse possibili opportunità.
In buona sostanza ci auguriamo che oltre alla possibilità di svolgere attività motoria sportiva e di allenamento vengano garantiti gli eventi e le competizioni sportive riconosciuti di interesse nazionale e regionale dagli Enti di Promozione Sportiva. In caso negativo ci troveremmo di fronte ad una non giustificabile disparità tra organismi sportivi riconosciuti dal Coni. Una condizione onestamente che non sarebbe sopportabile.