Cervia ha una particolarità che la rende unica al mondo: il vento. È stabile e soffia con una costanza straordinaria. La caratteristica fondamentale per essere ostinati.
Ma il vento di Cervia non basta; serve la voce. E quella può arrivare, deve arrivare dai giornalisti, dai cittadini, dalle persone di buona volontà che non possono accettare che un ragazzo che studia a Bologna, in Emilia Romagna, in Italia, in Europa possa essere arrestato al suo sbarco dall’aereo una volta atterrato nel paese che può, che potrebbe chiamare “casa”.
Bisogna urlare che non è giusto; che ognuno deve essere libero di esprimere il proprio pensiero liberamente. La Costituzione italiana lo stabilisce all’articolo 21: «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione», mentre per la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani si deve leggere l’articolo 19: «Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere», New York, Assemblea Generale delle Nazioni Unite, 1948. E poi l’articolo 10 della Convenzione Europea dei Diritti Umani, l’articolo 11 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea. Come si può vedere, non è una voce isolata, quella dell’articolo 21 della nostra Costituzione.
Voce & Vento, allora; per urlare tutti insieme che Patrick Zaki deve essere liberato: perché non ha fatto niente, se non esercitare un suo sacrosanto diritto! Come non aveva fatto niente Giulio Regeni, brutalmente torturato e poi assassinato da uno Stato che è guidato da un dittatore. E a cui l’Italia non può vendere armamenti; con cui l’Italia non può trattare.
Voce & Vento perché se si arriva a vietare gli aquiloni, in Egitto ma anche in Afganistan, si vieta di parlare, di pensare, di sognare, di respirare: di vivere.
Cervia è stata oggi ancora più unica al mondo, perché proprio dalla spiaggia romagnola l’aquilone di Patrick si è alzato nel cielo, spinto dal Vento e sostenuto dalla Voce di chi lo vuole libero. E prima di consegnare l’aquilone disegnato da Gianluca Costantini al Vento di Cervia, si è tenuta una conferenza stampa, per presentare il progetto voluto e realizzato da Amnesty International Italia, Festival dei Diritti Umani e Articolo 21, liberi di… con la necessaria e fattiva collaborazione di Cervia Volante.
«Sessantamila persone detenute in Egitto, per motivi politici – ha detto Giulia Groppi, di Amensty International Italia – per aver espresso la propria opinione. La loro detenzione è al limite delle condizioni umane. Per quanto riguarda la carcerazione di Patrick, siamo oltre ogni garanzia processuale; Italia e Unione Europea devono mettersi d’accordo per trovare una soluzione».
«L’unica colpa di Zaki è aver detto che in Egittto non esistono i diritti umani – ha spiegato Danilo De Biasio, direttore del Festival dei Diritti Umani – e per aver scritto questo ora è detenuto, dal 7 febbraio. Dobbiamo capire che a una riduzione dei Diritti Umani in Europa corrisponde una drastica repressione in paesi come l’Egitto».
«Questo disegno è stato iper-usato, da molte grande associazioni ma anche dalla gente comune, per chiedere la liberazione di Patrick. I disegni servono molto a queste ‘battaglie’ – la riflessione di Gianluca Costantini, disegnatore e attivista per i Diritti Umani, autore del disegno di Patrick – perché sono molto empatici per le persone e la gente si identifica molto di più in un disegno che in una foto. Non a caso io sono considerato un terrorista, in Turchia; ma sono libero. E da uomo libero, in Italia, ho il dovere di dare voce ai miei colleghi artisti detenuti in Turchia e in ogni altra parte del mondo in cui sono vietate le forme di espressione».
«L’Italia deve comprendere bene cosa vuol dire oggi vivere in Egitto, perché ha vissuto l’esperienza del fascismo – ha detto in un videomessaggio Bahey El Din Hassan, il fondatore del Cairo Institute for Human Rights Studies, recentemente condannato da un tribunale egiziano – e bisogna che la gente capisca che la questione dell’Egitto riguarda tutti i paesi europei. Se vengono ridotti i Diritti in Europa, non si può poi chiedere che vengano rispettati altrove».
«Oggi, come ho comunicato agli amici di Articolo 21 che mi avevano cortesemente invitato, sono impegnato in un’altra iniziativa programmata da tempo, ma ho chiesto a Donato Ungaro, coraggioso giornalista, minacciato per le sue inchieste su malaffare e mafie, di portare il saluto della Federazione della Stampa e di Articolo 21 – ha scritto il Presidente di FNSI Beppe Giulietti, in un messaggio letto durante la conferenza stampa – . Giornaliste e giornalisti italiani non solo sono solidali con chi si batte per la libertà e la dignità, sempre,comunque e dovunque, ma hanno anche il dovere di dare “Voce e Vento” a chi non ha abbandonato Patrick Zaky e i prigionieri politici rinchiusi nelle carceri egiziane e non solo. Un grazie infine a Danilo De Biasio, al Festival dei Diritti Umani, ad Amnesty, a Riccardo Noury, ad Articolo 21, alle donne e agli uomini di Cervia che hanno trasformato gli aquiloni in emittenti volanti capaci di portare un messaggio di solidarietà oltre ogni confine, oltre ogni sbarra, comprese quelle del carcere».
Roberto Guidori, cuore e spirito dell’Associazione Cervia Volante, che ha allestito l’aquilone con l’immagine di Patrick Zaki e ha organizzato l’evento Sprintkite 2020, durante il quale ha preso il volo per la prima volta l’aquilone di Zaki, ha ricordato come anche l’Afghanistan abbia in passato vietato gli aquiloni, nel tentativo di spegnere la voglia di vivere delle persone.
Dopo Cervia, l’aquilone di Patrick Zaki potrà volare in altri luoghi simbolici; la speranza di Articolo 21 è di permettere il ‘decollo’ dell’aquilone a Conselice il prossimo 1 ottobre, a Monte Sole di Marzabotto il 4 ottobre, il 9 ad Assisi, durante la “Catena Umana da Perugia ad Assisi”.