Trump non pagava le tasse, grazie a un cavillo usato per anni. La notizia non scandalizza più di tanto da noi, visto che le frodi di B sono state archiviate velocemente dalla memoria italica. Ma negli Usa il pagamento dei tributi è una cosa seria, una specie di gesto patriottico, perché il gettito è più abbinato alle spese militari e di efficienza dei servizi civili (armi, reti, ricerca), che alla lotta alla disuguaglianza sociale (scuola e santità pubbliche di bassissimo livello).
L’evasore è un disertore e viene isolato nel vicinato. Uno stigma che ora Trump si ritrova a dover fronteggiare proprio alla vigilia del suo primo duello televisivo con Biden. L’unica via di fuga è negare, perché qualsiasi altra ammissione lo farebbe precipitare. Ma come si muove, va a sbattere: o fa la figura dell’imprenditore incapace, che perde talmente tanto da pagare le tasse di un barbiere; o si sobbarca la vergogna di essere un evasore. Biden ha un rigore da battere. Speriamo che Spleepy Joe – il pisolo Giovannino, come lo chiama Trump – non lo sbagli.
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