Se fossi alle corse mi giocherei la camicia su un tris ‘piazzato’ di titoli. Non saranno da soli, ma tra i Leoni, sabato sera, di certo li ritroveremo. Punto a scatola chiusa su “Nomadland” di Chloè Zhao, che chiuderà ( strategicamente ) il concorso ed è già in odore di nomination per gli Oscar. Non so in quale casella, ma ci sarà la“Miss Marx”di Susanna Nicchiarelli. E ci sarà, ai primi posti del podio, “Nuevo Orden”, lo shock messicano di Michel Franco.
“Nuevo Orden”se lo è già accaparrato per l’Italia la scuderia lungimirante di ‘I Wonder’, perciò per fortuna da noi si vedrà. In Messico, dove il film disturba parecchio, i grandi cineasti come Inarritu, Cuaròn e Del Toro sono già pronti a spalleggiarlo nella controversa candidatura all’Oscar per il film straniero. A soli 41 anni, Michel Franco a Cannes è stato premiato tre volte, tra “Un Certain Regard” e competizione ufficiale.
Lo dico in premessa, perché anche l’ultima generazione messicana mantiene alte le sorti di una cinematografia vitalissima, potente e visionaria. “Nuevo Orden”riesce a fondere mirabilmente metafora politica e narrazione drammatica lineare, senza scorciatoie furbette. E’ quello che il cinema dovrebbe fare. Qualche decennio fa, gli italiani lo facevano meglio di tutti. Le tinte forti, da horror politico, sono invece di ricetta TexMex, Guillermo Del Toro le ha codificate nel suo “Il Labirinto del Fauno”.
Nel pieno di un matrimonio sfarzoso da jet set messicano irrompono fatti strani. Dai rubinetti esce acqua verde. Le strade sono bloccate, vernice verde lorda le auto di lusso. Si sgombrano gli ospedali dai vecchi, perché feriti e cadaveri di manifestanti si contano a mucchi. La furia cieca dei poveri invade la ricca magione, saccheggia e uccide. Un vecchio domestico di casa si è presentato, inopportuno e sgradito, perché non ha i soldi per operare la moglie in una clinica privata. Solo la sposa ha pietà, lo segue.
Poche ore dopo, alla rivolta è già subentrato un Nuevo Orden militare. L’esercito spara a vista, sequestra la gente negli stadi, stupra le donne, tortura. E’ il repertorio dei colpi di Stato militari, in America Latina si assomigliano tutti. Per i ricchi, come la sposa Marianne ( Naian Gonzalez Norvind, bravissima ), i carcerieri chiedono alle famiglie cospicui riscatti. Gli alti papaveri dell’Esercito e del regime sono amici di casa. Sembra facile liberarla, ma invece..
L’espressione ‘dramma distopico’ mi sembra debole e cerebrale. Il simbolismo del film è diretto e immediato. Il nuovo populismo specula sulla rabbia sociale. Dice il regista : “Le sperequazioni economiche e sociali si stanno espandendo e stanno diventando insostenibili. Non è la prima volta che il Messico si trova di fronte un simile scenario, e i governi corrotti hanno sempre risposto alla protesta con la violenza e la dittatura.”
“Nuevo Orden” vuol essere un avvertimento : “Se la diseguaglianza non viene affrontata con metodi civili e le voci di dissenso vengono silenziate, allora subentra il caos.” Back to the future : gli spettri del passato sono dietro il prossimo angolo, alacremente al lavoro.