Ronchi dei Legionari, confronto su gestione Covid in Rsa apre Festival del giornalismo

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Le Unità speciali di continuità assistenziale (Usca), ovvero le equipe sanitarie che hanno svolto durante la fase più acuta della pandemia attività domiciliari per i pazienti Covid-19, dovranno diventare una presenza costante nelle residenze per anziani del Friuli Venezia Giulia.

Lo ha rimarcato il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, nel corso del dibattito
“Coronavirus: l’emergenza che rischia di toglierci la memoria del passato. La gestione della Pandemia nelle Rsa italiane” che è
seguito all’inaugurazione ufficiale della sesta edizione del Festival del giornalismo organizzato a Ronchi dei Legionari dall’associazione culturale “Le ali delle notizie”.

Partendo da un’inchiesta della giornalista dell’Espresso Floriana Bulfon sulla situazione Covid nelle case albergo e residenze
protette e dai decessi registrati tra gli anziani, l’incontro, moderato dal giornalista Ivan Vadori, ha analizzato la situazione regionale dal punto di vista giornalistico, sanitario e sociale,grazie alle testimonianze di due medici, Paolo Agostinis (direttore di Medicina Interna al Sant’Antonio Abate di Tolmezzo) e Valentina Vianello (medico di Chirurgia generale Asufc).

“Occorre ridistribuire la spesa sanitaria garantendo le cure intermedie, vincendo così la sfida di un’efficiente medicina
territoriale. Le testimonianze dei medici – ha commentato Riccardi – hanno dimostrato che la gestione del Covid è stata
positiva nella misura in cui ha cercato di evitare di far spostare le persone. L’ospedale dovrà diventare l’ultimo punto al
quale accedere, ma per rendere possibile questo occorre rafforzare le risposte intermedie e territoriali”.

Tra le priorità dell’Amministrazione regionale ci sarà anche la richiesta di innalzamento della qualità delle cure nelle residenze per anziani. “Non possiamo più permettere – ha affermato Riccardi – che strutture per persone non autosufficienti, con numeri di ospiti molto elevati, non abbiano nella propria organizzazione una risposta sanitaria. Le Usca, ovvero la presenza di un medico e del personale infermieristico,
devono diventare una costante”.

Riccardi ha analizzato anche la situazione alla ripresa  dell’autunno. “Crescono i contagi ma non c’è un rialzo della
domanda sanitaria. L’aumento del contagio era inevitabile con l’accresciuta mobilità delle persone. Fortunatamente la domanda
sanitaria non è elevata e dobbiamo sperare che il livello di contagio continui a mantenersi tale. Questo sarà possibile solo
se tutti quanti continueremo ad attuare le principali regole di precauzione”.

Nodo ancora da risolvere resta, infine, la disponibilità di reagenti necessari per analizzare i tamponi e svolgere una
tempestiva attività di prevenzione. “Se c’è una lezione che questa pandemia ci ha insegnato – ha analizzato il
vicegovernatore – è che un Paese non può derogare dalla necessità di essere autosufficiente nella fornitura di certi dispositivi.
La solidarietà tra Stati è stata pressoché nulla nella fase iniziale dell’emergenza, dove ha prevalso una vera e propria economia di guerra. Dobbiamo attrezzarci”.


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