“Nomadland” Leone d’oro: vogliamo obiettare ? “Nuevo Orden”subito a ruota, Gran premio della Giuria: vogliamo obiettare ? Conta poco che siano i ‘miei’ premi, all’appello mi manca solo “Miss Marx”. Lo so che dovrei sviolinare sul quarto Leone d’oro a una regista donna in 77 anni di Mostra ( prima di Chloè Zhao solo Sofia Coppola, Margarethe Von Trotta e Agnès Varda ) , e sulle ben otto autrici degnamente in concorso. E’ importante, ma non essenziale.
Conta il film. Aspettatevi il tirassegno di molti illustri critici di casa nostra, cui forse sfugge la distopia implicita nel film voluto e intensamente vissuto da un’attrice che onora il cinema e il consorzio civile, Frances McDormand. Cosa accadrà quando il 90 per cento dei nostri vecchi avrà pensioni da fame ? Da proiezioni, a questo va incontro chi ha cominciato a lavorare in Italia dopo il 1995. In America è l’oggi : nomadi anziani, sulla strada per guadagnarsi da vivere. Se il regolamento della Mostra non precludesse il cumulo dei premi per lo stesso film, col cavolo che Vanessa Kirby avrebbe ritirato la Coppa Volpi per la migliore attrice.
Detto con tutto rispetto, però : nella prima mezz’ora di “Pieces of a woman”il suo tragico parto in casa è sconvolgente. Per fortuna non l’hanno premiata per l’altro suo imbarazzante film in gara, “The world to come”. Pierfrancesco Favino per il cinema è come Re Mida : dove lo metti lo metti, è una benedizione. Peccato solo che “Padrenostro”fosse il più debole dei film italiani in concorso. E “Picchio”aveva pochi rivali. Ho contato bene : solo cinque film, quest’anno, ruotavano intorno a personaggi maschili. Tutte storie di donne, a Venezia : questo sì fa riflettere.
“Nuevo Orden”è un film politico sulle dittature in agguato dietro l’ondata populista e la radicalizzazione delle disuguaglianze sociali. Ero certissima che Cate Blanchett avrebbe amato Michel Franco, che ha imparato a usare la metafora dai suoi grandi conterranei messicani : Cuaròn, Inarritu, Del Toro.
L’argento per la Regia a Kiyoshi Kurosawa ( “Wife of a spy” ) e per la Sceneggiatura all’indiano Chaitanya Tamhane ( “The Disciple” ) sono un colpo d’ala. Vorrei avere un soldino per tutti quelli che hanno sbadigliato per un film di resistenza culturale sulla musica tradizionale dell’India del Nord. Io l’ho amato moltissimo. La battaglia contro l’assedio volgare dei talent show e la corruzione artistica appartiene a ogni latitudine. Se Alfonso Cuaròn si è preso questo indianino trentatreenne come aiuto per il suo “Roma”aveva le sue buone ragioni. La sceneggiatura non è la sua dote maggiore, ma evviva. Il giapponese firma un mélo d’epoca struggente e lineare.
Il premio speciale della giuria all’ottantratreenne Andrei Konchalovski per “Dear Comrades”, su una feroce repressione operaia di Kruscev, aggiunge poco al medagliere già carico del regista russo. Possibile che Cate e i suoi non abbiano notato l’intelligenza e l’innovazione stilistica di un film come “Miss Marx” ? Non è un film di nicchia, quello di Susanna Nicchiarelli, è un lavoro libero, maturo e originale, da grandi platee.
E’ l’unico vero ‘buco’, “Miss Marx”, in un finale che laurea a sorpresa a Orizzonti l’opera prima di Pietro Castellitto, migliore Sceneggiatura. “I Predatori” lo ha scritto a 22 anni, adesso ne ha 25. Se c’è uno che deve stappare champagne a manetta, è il figliolo di Sergio e di Margaret Mazzantini.
Un’ultima nota, per chiudere. I critici americani hanno adorato “Nomadland”, che volerà agli Oscar. Quelli italiani storcono il naso su questo Leone. Mi chiedo se i troppi ‘due-camere-e-cucina’ di casa nostra gli hanno guastato il palato. Mi chiedo se nelle nuove ghost town da dismissione industriale che ci mostrano Chloè Zhao e Frances McDormand vedono solo cartoline illustrate del solito vecchio West. Mi chiedo come mai, invece, non storcano il naso davanti a certi tremendi prodotti tricolori, quando hanno dietro i salotti e le produzioni giusti. See you on the road, ci vediamo sulla strada, con dignità e senza piangerci addosso. Come ci insegnano i vecchi ragazzi saggi di “Nomadland”.