In occasione del 18 settembre il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani commemora il 12° anniversario della strage di Castel Volturno, paese di medie dimensioni in provincia di Caserta. L’eccidio avvenuto nel 2008, un anno dopo del conferimento da parte del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, del Titolo di Città (DPR 19 aprile 2007), in un luogo incantevole apparentemente estraneo a conflitti e dinamiche violente, è noto anche come la “strage dei ghanesi”.
In una tranquilla sera in cui i tifosi seguivano le gesta del Napoli, un commando di killer della camorra, guidati dal boss Giuseppe Setola e composto da Davide Granato, Alessandro Cirillo, Giovanni Letizia e Antonio Alluce, astutamente travestiti da poliziotti, fecero irruzione presso la sartoria “Ob Ob exotic fashion” gestita da El Hadji Ababa al km 43 della domiziana e scaricarono una pioggia di proiettili su tutti i presenti credendo di eliminare i rivali della criminalità nigeriana e ristabilire la propria supremazia sul territorio. Invece rimasero senza vita sei vittime innocenti: Kwame Antwi Julius Francis, Affun Yeboa Eric, Jeemes Alex, Samuel Kwako, Christopher Adams, El Hadji Ababa. Tutti ragazzi giovanissimi totalmente estranei al mondo della malavita e impiegati in “attività normali”. C’era infatti chi lavorava come barbiere, come carrozziere, come muratore, come barbiere, e addirittura chi pur di fare qualcosa nei periodi di “magra” lavorava nelle campagne. Joseph Ayimbora, unico superstite, fu l’eroe che riuscì a dare un volto ai sicari, morì nel 2012 a causa di un aneurisma in un luogo protetto senza poter ricevere la medaglia al valor civile.
La strage mise in evidenza come la potentissima organizzazione criminale dei Casalesi avesse in sé maturato una componete di odio razziale unito alla smania di strapotere. Uccidere alla cieca soltanto perché gli uomini davanti ai propri occhi erano neri e quindi catalogabili come potenziali nemici da abbattere senza pietà era prioritario per chi conoscere solo la legge della sopraffazione per esistere.
Riteniamo fondamentale seminare soprattutto in tale realtà il seme della legalità in modo restituire speranza alle persone e specialmente ai giovani in una vita all’insegna della giustizia.
Il CNDDU propone agli studenti di ogni ordine e grado di sviluppare alcune proposte progettuali in versione digitale di murales per ricordare il terribile evento. Ogni idea progettuale potrà essere spedita all’indirizzo email del Coordinamento. Le migliori proposte saranno pubblicate sui nostri canali social.
Prof. Romano Pesavento
Presidente CNDDU