Scrivere un libro che si oppone all’odio è un grande merito. L’odio ci colpisce da tutte le parti. Stamattina mi sono fermato per qualche momento presso un banchetto politico in piazzale Pandolfo Collenuccio, a Pesaro, la città di cui l’autore è sindaco, e si sentivano solo discorsi di odio, intolleranza, rifiuto di chi è povero e perseguitato. Uno spettacolo doloroso, perché chi faceva tali discorsi era, in apparenza, brava gente, non una torma di neonazisti. In questi giorni due persone Lgbt+ hanno subito gravi violenze, mentre altre sono state insultate e minacciate. Anche la campagna elettorale è improntata all’odio e per ottenere voti si propagandano menzogne, si umiliano e offendono i diritti umani, si applicano stelle di Davide invisibili sul petto di migranti, rom, gay, poveri ed emarginati. Il libro “Vincere l’odio” è qualcosa di buono, di vero, di umano in una società che sta facendo a pezzi quei valori. E la prefazione di Liliana Segre ha la voce di chi, da tanti anni, ci avverte di non ripercorrere le strade che hanno condotto l’umanità nel buio. Non è un caso che spesso, quando ci si oppone all’odio, ci si trovi a camminare accanto a Liliana. Cara Liliana! La sua amicizia e il suo esempio sono per me e per le persone a cui voglio più bene una ricchezza inestimabile.