E’ stata la giornalista che più ha incalzato Neville Gafa’in queste settimane. Sylvana Debono, direttrice del portale cattolico di Malta www.newsbook.com nonché presidente dei giornalisti maltesi, ha chiesto in modo diretto a Gafa’ se fosse stato convocato dalle autorità per essere sentito sulle minacce via web al giornalista Nello Scavo. Il funzionario, a fine luglio, aveva dichiarato di non essere sotto inchiesta e precisato una versione già fornita (anche se non convincente) circa il suo tweet intimidatorio, ossia che lo stesso era rivolto ala Ong Alarm Phone e non a Scavo. Ma sempre al portale Newsbook Neville Gafa’ aveva ammesso di avere un ruolo da protagonista nei respingimenti dei migranti verso la Libia e in accordo con le autorità libiche “affinché il nostro Paese non sia invaso da un afflusso di migranti irregolari”. Come si sa, proprio ai respingimenti e agli accordi con la Libia Nello Scavo ha dedicato numerosi approfondimenti prima del famoso tweet su cui ora la Federazione Nazionale della Stampa Italiana, il Ministero degli Esteri italiano e anche le autorità dell’isola chiedono di indagare per stabilire la portata intimidatoria di quella frase. Ebbene poco più di una settimana dopo quelle dichiarazioni il mediatore maltese, sentito dalla polizia locale, ha ammesso di aver negoziato già tre anni fa con Tripoli un accordo segreto per il respingimento dei migranti. Ciò cambia molto nella ricostruzione delle reazioni scomposte seguite alle inchieste di Nello Scavo e impone di guardare meglio a cosa succede a Malta e nell’informazione sull’isola.
Sylvana Debono, considerata molto vicina a Daphne Caruana Galizia, sta contribuendo a fare luce su questa incredibile vicenda che ha riguardato l’inviato di Avvenire e, al tempo stesso, partecipa al dibattito europeo sulla necessità di una maggiore tutela dei cronisti che si occupano di argomenti scottanti come le politiche sull’immigrazione, gli interessi e gli intrecci sugli affari nel Mediterraneo, il riciclaggio, la corruzione che accomunano Malta e Italia, ma anche altri Paesi dell’Ue.
Come responsabile dei giornalisti di Malta cosa intende chiedere agli organismi europei che tutelano la libertà di stampa?
“In questo momento stiamo facendo pressing sul Governo perché venga approvata al più presto una legge “antislapp” , vale a dire regole contro le querele temerarie. Chiediamo una regolamentazione che consenta ai giornalisti di tutelarsi e di rigettare le accuse infondate contenute nelle querele e che smascheri chi le fa poiché quello è un tentativo di bloccare la stampa. Noi vogliamo che prevalga l’interesse alla pubblicazione di notizie utili alla comunità, di pubblico interesse e vogliamo che sia stabilito che le querele temerarie contro i giornalisti limitano la libertà di espressione. Tutto questo lo chiediamo al Governo di Malta ed è importante avere anche il sostegno in ambito europeo”.
Cosa pensa possa fare per voi giornalisti di Malta il sindacato europeo dei giornalisti (European Federation of Journalists)?
“La Efj ci sta dando un importante supporto, soprattutto sta aiutando l’Istituto maltese dei giornalisti a rafforzarsi e a intraprendere battaglie comuni per lo svolgimento della professione sui temi di interesse comunitario” .
Tra poco sarà l’anniversario dell’omicidio Galizia, cosa si sente di chiedere alle autorità che indagano ancora per scoprire tutta la verità?
“Anche se è ancora presto e se le iniziative di ottobre saranno organizzate tenendo conto delle regole anti Covid, ciò che è essenziale è che le investigazioni sull’omicidio vadano avanti per ricostruire sin nei minimi dettagli ciò che è avvenuto e le responsabilità a tutti i livelli. Ogni giorno ricordiamo Daphne con interventi e approfondimenti, soprattutto cercando di proseguire il suo lavoro”