Religiosità e criminalità. Il tema, dopo tanta attesa e tante sollecitazioni, ha ottenuto centralità. La scelta della Pontificia Accademia Mariana, di creare un Dipartimento di studio al riguardo è stata ricordata e valorizzata dal Francesco in vista della giornata di studi mariani del prossimo 18 settembre: “la devozione mariana è un patrimonio religioso-culturale da salvaguardare nella sua originaria purezza liberandolo da sovrastrutture, poteri o condizionamenti che non rispondono ai criteri evangelici di giustizia, libertà, onestà e solidarietà”. Scrive così Francesco rivolgendosi a padre Stefano Cecchin, presidente della Pontificia accademia mariana internazionale. Jorge Mario Bergoglio ricorda infatti l’istituzione del Dipartimento di studio dei fenomeni criminali e mafiosi, “per liberare la figura della Madonna dall’influsso delle organizzazioni malavitose”. Tra gli esempi di questa distorta spiritualità ci sono gli “inchini” delle statue di Maria davanti alle case dei boss durante le processioni. Lo scopo dell’iniziativa del prossimo settembre è quello di individuare “efficaci risposte” per una necessaria “operazione culturale di sensibilizzazione delle coscienze”. Ma una risposta richiede oltre alla consapevolezza anche un obiettivo: e per Francesco l’obiettivo è che i Santuari mariani diventino sempre più “cittadelle della preghiera, centri di azione del Vangelo, luoghi di conversioni, caposaldi di pietà mariana”.
La forza con cui viene posto questo problema è importante per la vastità della questione in passato tenuta con imbarazzo sotto traccia. Non è più così. E ciò che più conta è che l’offensiva è culturale. Si tratta cioè non solo di scoprire gli abusi degli inchini o dei potenti che conquistano il controllo delle processioni, ma la distorsione culturale profonda che giustifica e consente tutto questo. Lo ha detto con estrema chiarezza il presidente stesso della Pontificia Accademia Mariana, don Stefano Cecchin, intervistato da Vatican News poco dopo la diffusione del testo di Francesco. “La figura di Maria che viene utilizzata proprio per tenere schiave le persone esagerando la figura di ‘Maria come donna schiava di Dio sottomessa’ che si rassegna al destino del Figlio che muore di fronte ad un potere. E quindi c’è tutta questa realtà di schiavizzare e non aiutare le persone a vivere una religiosità vera. Ma c’è una religiosità legata a superstizioni, a magie e poteri che poi spaventano le persone.”
Dunque siamo a un capovolgimento. C’è un culto mariano distorto che impedisce quello autentico, e che poi porta a usurpazioni. Questo culto mariano distorto è l’elemento di maggiore novità che l’operazione di contrasto avviata produce. Maria che nell’evangelico Magnificat loda Dio per elevare gli umili è l’esatto contrario di quanto questo culto distorto propone. E così è auspicabile che presto si arriverà anche alla connessione distorta di Maria con la battaglia di Lepanto, fulcro di tante ostentazioni di rosari che nulla hanno a che fare con la vera pietà e con la devozione mariana, di segno opposto. Val la pena infatti di ricordare quanto dice Maria nel celebre Magnificat: “Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.” Più chiaro di così…