Caro Direttore,
ho letto la lettera che ti è stata rivolta dal Segretario di Stampa Romana.
Visto che si parla di falsità e di verità sostanziale dei fatti, e si elargiscono lezioni di democrazia, mi corre l’obbligo di ricordare alcune cose:
1- su input del Segretario, la newsletter di Stampa Romana non ha mai inoltrato agli iscritti i comunicati dell’Usigrai, anche quando erano per esprimere solidarietà a redazioni di altre aziende editoriali in lotta per dure vertenze. Una scelta che danneggia non certo l’organizzazione che io rappresento, ma le redazioni in lotta, che si sono viste così privare di un sostegno ulteriore.
2- quando sono stato aggredito durante una assemblea del Tg2, ho ricevuto numerosi attestati di solidarietà. Silenzio da parte del Segretario di Stampa Romana: non una parola, né pubblica né privata. Eppure io sono un “suo” iscritto.
Stesso silenzio “ascoltato” in questi giorni rispetto agli insulti ricevuti dal presidente Fnsi Beppe Giulietti.
A differenza sua, io non ho una visione burocratica della solidarietà, per cui tutto è demandato a magistratura, forze dell’ordine, Ordine dei Giornalisti, probiviri sindacali.
Oltre la visione burocratica, c’è l’impegno sociale.
C’è la lotta politica, ovvero la scelta da che parte stare. Aperta. E pubblica.
E – come ho chiarito durante il Congresso Usigrai 2018 che mi ha riconfermato Segretario – io sto dalla parte della Costituzione, antifascista e antirazzista. E questa per me è una linea di discrimine nell’attività sindacale, anche nelle alleanze politiche e programmatiche.
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