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Fotografare il fotografo che non dorme mai. Costanzo D’Angelo e i suoi RiSvegli

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La foto virale che ritrae, in un vicoletto di Vasto (Chieti), due dirimpettai passarsi un caffè in modo singolare, da una finestra all’altra, il 1 maggio 2020. Uno scatto al tempo del Covid che ha fatto il giro del mondo non appena la più amata delle blogger (oltre 20 milioni di follower), l’imprenditrice Chiara Ferragni, ne ha fatto una ‘storia’ su Istagram. L’acume e il senso estetico della Ferragni, che conosce alla perfezione il linguaggio della comunicazione, ha regalato a Costanzo D’Angelo, 51 anni, fotografo di professione, una popolarità inaspettata, ma anche meritatissima. Costanzo D’Angelo, apprezzato professionista abruzzese, infatti, ha al suo attivo un numero cospicuo di scatti d’autore colti nelle ore più impensate del giorno e della notte con una curiosità che è, sì, titipica dei fotografi e dei bambini, ma che in lui è particolarmente irrefrenabile e incessante.

Nel suo vagabondare in terra d’Abruzzo, inseparabile dalla macchina fotografica, per fissare i colori di un’alba o di un tramonto e con una passione smodata per i paesaggi, gli anziani e i bambini, l’occhio magico di D’Angelo ha catturato negli anni il senso più profondo delle radici di questa Regione, dove vive e opera da oltre vent’anni. Nato in svizzera da genitori meridionali (padre molisano, madre pugliese), D’Angelo fotografa, ma non si lascia fotografare. Così noi proviamo a farne un ritratto, approfittando della sua Personale Contemporanea “RiSvegli”, la prima grande retrospettiva dedicata al lockdown Covid-19. Voluta tra gli eventi culturali del Comune di Vasto e  inaugurata il 31 luglio scorso (in mostra fino al 14 agosto 2020 – presso la Sala Mattioli, in Corso de Parma) RiSvegli è la cronaca dei sessantanove giorni di ‘chiusura’ della città, attraverso fotografie che documentano un nuovo modo di vivere la quotidianità. La Personale si apre col bianco e nero dei primi giorni, oppressi dalla paura e dall’incredulità, con un omaggio alla Protezione Civile e al personale medico ospedaliero.

Coi primi colori della speranza, il percorso espositivo prosegue incorniciando la foto “RiSvegli all’italiana” con immagini di strade vuote, di una natura che si riappropria del suo spazio vitale e naturale, e screenshot a testimonianza del clamore di quello scatto nei social e nelle testate di tutto il mondo.

I colori della bandiera italiana si sposano con quelli delle stoffe delle mascherine, cucite in casa da anziane signore volontarie e con quelli delle chiese vuote, dove non è sempre l’Altare il punto focale, ma anche l’entrata, che diventa simbolo di un accesso negato, ma non interdetto per sempre.

Così la Benedizione della “Sacra Spina” sulla città, in cima al campanile della Chiesa di Santa Maria Maggiore, è tra le più emozionanti. Qui Vasto è solo apparentemente spettrale, perché dentro le mura antiche delle case del centro storico, lentamente la vita torna e riappropriarsi del tempo.

 

Sotto le mascherine chirurgiche o improvvisate, calate sui visi o poggiate sui banchi dei luoghi di culto,  D’Angelo è ruscito a fotografare sorrisi e speranze dei suoi concittadini, sguardi sospesi tra passato e futuro (come nella foto “Pensieri di un padre” o  “Cosi sia” che ritrae una suora in preghiera), e l’incoscienza salvifica degli anziani a cui il tempo e la malattia hanno rubato capacità di comprendere a fondo il dramma in corso. Il fotografo che non dorme mai è un po’ restio alle interviste, tuttavia con qualche timidezza risponde.

Sessantanove giorni di lockdonw, sessantanove foto scelte tra le oltre ventimila scattate. Come hai operato questa scelta, Costanzo?

Ho impiegato un mese per decidere quali foto mettere in mostra. Mi ha aiutato il percorso obbligato della sala espositiva. Così ho obbligato, a mia volta, lo spettatore a iniziare il suo viaggio dal buio del Decreto (il manifesto del lockdown), per arrivare all’uscita portando con sé il sorriso della bambina col pennello in mano e il colore forte dell’ultima immagine: l’alba vista dalla Loggia Ambling. Un’alba che significa nuova vita, nuove speranze.

Quali sono le reazioni più comuni tra i visitatori?

Molti mi dicono che avevano quasi dimenticato l’atmosfera di quei giorni, ma questo viaggio ha risvegliato la loro memoria, anche se continuiamo a convivere con le mascherine e col distanziamento, ma in un atteggiamento più rilassato rispetto al vero e proprio lockdown. Molti escono dalla mostra commossi, anche i bambini, e questo mi ripaga, ma per me queste foto oggi non hanno il valore che potrebbero acquisire tra vent’anni. 

I progetti futuri su questa mostra? Vuoi portarla in altre città italiane?

Io non sono bravo nella comunicazione e non so ‘vendermi’, quindi non posso risponderti. Mi piacerebbe pubblicare un libro fotografico, quello sì, ma è molto costoso. Per il momento non ho progetti in merito. Sono immagini universali, in cui si potrebbero riconoscere tutti i cittadini del mondo. Per ora sono felice che stia portando ai visitatori, concittadini e turisti, momenti di riflessione e messaggio positivo, di speranza.

E’ vero. La mostra lascia commossi e tuttavia sorridenti. Rimangono adosso diverse sensazioni, varcata la soglia ‘uscita’.  E le più forti scaturiscono da quelle due immagini finali, vivide di speranza: la bimba che sorride sotto la mascherina, pronta, pennello alla mano, a dipingere i nuovi colori del futuro e l’alba col sole rosso dalla strana forma, che richiama i capelli al vento del Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry, come a ricordarci che solo “quando si è molto tristi, si amano i tramonti” e che “per ogni fine c’è un nuovo inizio”.

RiSvegli

Personale Contemporanea di Costanzo D’Angelo/ Fotografo

31 Luglio – 14 agosto 2020

Sala Mattioli – Corso de Parma  – Vasto (CH) – Italy


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