Ambasciatore Murat Salim Esenli,
le scrivo per fare le condoglianze al suo Paese, in occasione della morte dell’avvocatessa Ebru Timtik. No, le condoglianze non sono riferite a questa martire, che ha scelto lo sciopero della fame letale, per non soccombere ad accuse inesistenti; le mie condoglianze sono rivolte alla Turchia, una nazione che ha iniziato ad uccidere i suoi figli migliori. Quando muore un giusto che lotta per la libertà, tutte le persone libere perdono una sorella, un fratello. Ebru Timtik ha difeso i suoi connazionali più vessati, ma l’autoritarismo che sta devastando il suo meraviglioso Paese l’ha calunniata, imprigionata, lasciata morire senza concedere nemmeno il ricovero in ospedale quando le sue condizioni fisiche erano diventate estreme.