BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

Don Lorenzo Russo: non venite a Messa, state perdendo tempo. La vostra ipocrisia vi precede

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Il mondo della chiesa siciliana è in subbuglio. L’ultima ordinanza firmata da Nello Musumeci che prevede lo sgombero dei centri migranti dell’ Isola irrita preti e vescovi che parlano, come fa l’ arcidiocesi di Palermo, «di messaggio intimamente e antropologicamente sbagliato».

Ad alzare le barricate ci sono anche i movimenti di sinistra che giovedì mattina manifesteranno, in piazza del Parlamento, contro la normativa del governo regionale. La lista dei religiosi che si sono schierati contro l’ ordinanza del governatore è lunga. I primi, ieri mattina, a esprimere dissenso con una durissima nota sono stati la Caritas e l’ufficio Migrantes di Palermo. I due organi dell’ arcidiocesi presieduta da Corrado Lorefice, sostengono che l’ argomentazione su cui si poggia la nuova normativa, cioè la tutela della sicurezza sanitaria, « è solo in apparenza logica ma in realtà deficitaria sul piano razionale, nonché su quello umano ed evangelico».

Il documento è pesante. Ricordano le promesse, non mantenute, di Musumeci che, prima dell’estate, aveva « prefigurato misure di controllo severissime per i turisti » e chiedono: « Ma se coloro che provengono dai paesi del Nord del mondo, interessati fortemente dal Coronavirus, possono muoversi ed entrare liberamente in Sicilia, perché i migranti no?» La risposta Caritas e Migrantes ce l’hanno: «I poveri sono dunque pericolosi, devono essere discriminati, mentre proprio il Covid ci ha insegnato che di fronte alla malattia siamo tutti uguali».

Le critiche al cristiano presidente della Regione Musumeci non arrivano soltanto da Palermo. L’arcivescovo coadiutore di Agrigento, che a settembre sostituirà il cardinale Francesco Montenegro, usa gli stessi toni: «Non è soffiando sul fuoco della paura e della rabbia sociale che faremo passi avanti per superare il momento complesso che stiamo attraversando » , ha scritto su Facebook Alessandro Damiano. Una linea precisa che sposa anche la diocesi di Trapani che in una nota sostiene come non sia possibile «accettare passivamente la cinica e sfrontata manipolazione della realtà che diffonde odio sociale, logorando il vincolo di solidarietà su cui si basa la nostra convivenza civile».

Le voci di dissenso arrivano da ogni angolo dell’ Isola. A Siracusa don Lorenzo Russo, parroco della chiesa di San Francesco d’Assisi ha scritto una lettera ai propri fedeli, rivolgendosi a chi plaude all’ ordinanza: « Non venite a Messa, state perdendo tempo. La vostra ipocrisia vi precede » . Pochi chilometri più in là, nella parrocchia di Bosco Minniti, padre Carlo D’ Antoni, uno dei primi ad aver accolto i migranti a Siracusa, parla di un film già visto: « Si preferisce solleticare la paura e non gestire un fenomeno storico. Ma poi, mi chiedo, se non li ospitiamo noi, li accoglieranno la presidentessa della Calabria o quello del Veneto?» « Un approccio di chiusura – gli fa eco padre Cosimo Scordato, rettore di San Saverio a Palermo – è anacronistico sia a livello sociopolitico e che dal punto di vista religioso».

Dell’ordinanza ne hanno parlato anche a casa Santa Chiara a Ballarò, una delle comunità più impegnate di Palermo. « In questo momento difficile – dice don Enzo Volpe – servono ragionevolezza e competenza: non spetta certo alla Regione affrontare questa materia » . Ci sarà, molto probabilmente, anche un pezzo di chiesa alla manifestazione indetta giovedì mattina davanti a Palazzo dei Normanni dal forum antirazzista: «E’ un’ ordinanza propagandistica » , dicono gli organizzatori.

(Giorgio Ruta, dalla Rivista San Francesco Patrono d’italia)


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