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19.385 firme per chiedere dimissioni Sgarbi (da presidente Mart) che accusa Art.21 di ricevere contributi pubblici. Mai ricevuti

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È stata consegnata oggi lunedì 10 maggio presso la Segreteria generale del Consiglio della Provincia di Trento la petizione istituita su change.org che chiedeva le dimissioni di Vittorio Sgarbi dalla presidenza del MART (Museo di arte moderna e contemporanea) di Trento e Rovereto, a seguito di espressioni volgari pronunciate all’inizio della pandemia da Sars Cov2. La petizione che ha raccolto 19.385 firme stampate in ben ottocento pagine è stata aperta da Roberto Rinaldi responsabile del presidio Articolo21 per il Trentino Alto Adige, l’associazione che ha patrocinato l’iniziativa.
Vittorio Sgarbi contestando la petizione accusa Articolo21 di ricevere contributi pubblici, ma si dimentica di indicare quali,dove e come. Eppure sarebbe bastato dare uno sguardo al registro delle comunicazioni per apprendere che articolo 21 non ha mai ricevuto tali contributi, Forse era troppo impegnato a contrastare le mascherine  per compiere una banale verifica. Sarà per un’altra volta…

Il testo pubblicato su change.org spiegava che «in tempi così colmi di volgarità è giunto il momento di dire basta! La cultura ha il compito di prendere posizione denunciando il degrado della dialettica istituzionale che si sta imponendo sempre di più fra i ruoli cardine anche culturali. Il museo MART va tutelato, come vanno tutelati tutti i ruoli istituzionali culturali e sociali della nostra nazione. Le parole non devono essere usate come pietre!No ad ogni forma di linguaggio offensivo! Chiediamo sia rispettato il ruolo di presidente del MART di Rovereto il quale, fra i molti ruoli, ha anche la responsabilità di tutelare l’istituzione museale e il suo ruolo sociale-culturale dimostrando un comportamento degno, corretto, ed etico del prestigioso incarico ricoperto».

Il ruolo di una persona chiamata a rappresentare un’istituzione come il MART di Rovereto, richiede un’assunzione di responsabilità etica nei confronti dell’opinione pubblica a cui si rivolge: anche nell’atto di comunicare ed esercitare la propria opinione e libertà di pensiero che è e resta un diritto sancito dall’articolo 21 della Costituzione italiana. Nel rispetto delle personali idee, l’onorevole Vittorio Sgarbi, il 9 marzo scorso, ha rilasciato delle affermazioni volgari riguardanti la diffusione del virus Sars-CoV-2 e della malattia da Covid-19, mediante una registrazione video pubblicato sul suo profilo Facebook (cancellato per violazioni delle policy del social), in cui esprimeva il suo parere negativo nei confronti delle norme di prevenzione adottate per evitare il contagio. Il presidente Sgarbi ridicolizzandone la gravità ha pronunciato parole scurrili, oltre ad invitare gli abitanti di Codogno (uno dei paesi sottoposti a contenimento con l’obbligo di non uscire di casa) ad uscire e ad avere normali contatti sociali. A sostegno della sua tesi ha citato in causa i nominativi di alcuni medici virologi italiani, tra cui Matteo Bassetti professore ordinario di Malattie Infettive all’Università degli studi di Genova, direttore della Clinica di Malattie Infettive dell’Ospedale Policlinico San Martino, socio del Patto Trasversale per la Scienza e coordinatore del gruppo Vaccini del Pts. Il professor Bassetti aveva presentato immediatamente una diffida tramite un comunicato inviato ai media da parte del Patto Trasversale per la Scienza in cui si riservava di agire per vie legali se tali affermazioni non fossero state smentite. Nella diffida del 15.03.2020 si legge: “Si diffida Vittorio Sgarbi dal nominare il professor Bassetti al quale vengono attribuite tesi e argomenti mai pronunciati e sui quali lo stesso avrebbe fondato le sue esternazioni sul coronavirus”. Lo stesso Patto Trasversale per la Scienza aveva presentato un esposto penale nei confronti dell’onorevole Sgarbi.
In una fase di emergenza sanitaria – come quella verificatasi all’inizio della pandemia – tutti siamo stati chiamati ad avere comportamenti idonei per cercare di contenere la diffusione del coronavirus e nell’interesse della collettività, le personalità più rappresentative della società, hanno una responsabilità maggiore al fine di indicare norme corrette di comportamento sociale.


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