Creazioni agili, veloci, leggere e brillanti, diverse fra loro nel contenuto ma tutte con la medesima struttura: un attore/attrice e un danzatore/danzatrice si esibiscono in alternanza, a ritmi serrati – ouverture, primo atto, intermezzo, secondo atto, finale dando vita a un’opera snella, di comicità impegnata, che si ispira allo spettacolo popolare dei primi del ‘900 e si interroga sul tema della “ricchezza” e del “valore”: cosa oggi ha, o non ha più, senso? Rivolta ad un pubblico di ogni tipo ed ogni età, la rassegna prevede di non adottare la solita formula del pagamento del biglietto per assistere allo spettacolo, operazione tra le altre cose complicata per la gestione dell’esperimento. In un’ottica di gratificazione del lavoro, di senso di comunità dove ognuno offre qualcosa, gli artisti in questo caso la loro arte, al pubblico verrà chiesto di onorare il lavoro degli artisti con aqlimentari prodotti dell’orto, cibo e/o beni di prima necessità. Una pratica di responsabilizzazione sociale e collettiva. Verrà accettato tutto, tranne il denaro e la raccolta verrà ritirata sul posto e immessa nel circuito della Caritas per poi essere distribuita a persone e famiglie in difficoltà… Continua su rumorscena