“L’uccisione di George Floyd a Minneapolis chiama a una finale resa dei conti. Siamo al 19/o
anniversario del G8 di Genova e costretti a constatare che l’eco delle proteste americane può toccare ancora nervi scoperti”. E’ l’analisi del sostituto procuratore generale Enrico Zucca in un testo pubblicato su Altreconomia. Un’analisi che parte dalle rivolte americane, passando per i fatti del G8 di Genova del 2001 fino all’uccisione di Giulio Regeni.
“Eppure anche dopo gli abusi e le torture del G8 – prosegue
Zucca – i casi di morti per mano della polizia sono stati non
sporadici ed emblematici: Aldovrandi, Uva, Magherini, Cucchi.
Sono storie di chiusura e omertà di corpo, senza riscontro di
controlli e sanzioni interne, ma di copertura solidale, dei
commilitoni così come della pletora di sindacati, quelli che non
a caso hanno avuto voce determinante – a porte chiuse – dinanzi
al Parlamento cui è stata dettata una legge contro la tortura
che non rispetta le convenzioni internazionali nell’asserita
esigenza di non imbrigliare troppo l’agire del poliziotto”.
“Perdura la reticenza dei governi
sulle informazioni richieste dalla Corte europea dei diritti
dell’uomo. L’esecuzione delle sentenze sui fatti della Diaz del
2001 è ancora pendente ed è sotto stretta supervisione del
Comitato dei ministri del Consiglio europeo. La Corte si
rammaricava, tra l’altro, di non essere stata informata sui
procedimenti disciplinari nei confronti dei condannati,
ricordando che la Cedu richiede la loro destituzione in caso di
condanna e la sospensione durante il giudizio. Il governo
attuale ha fornito le sue ultime indicazioni nel dicembre 2019.
Avrebbe dovuto svelare finalmente gli esiti delle procedure e
che i condannati erano stati reintegrati e posti in posizioni di
rilievo apicale”.
Zucca conclude l’articolo ricordando la vicenda Regeni.
“L’invettiva dell’ex ministro muove da un pulpito screditato e
in un contesto di rapporti di forza dominati da interessi
pesanti. Il ministro che parla agli altri è tuttavia quello che
ha consentito la definitiva violazione delle Convenzioni con la
reintegrazione in posizioni apicali dei condannati del G8. + lo
stesso ministro cui si devono gli accordi con la Libia che hanno
consentito la violazione in massa di diritti umani nei campi di
concentramento dei profughi, denunciata dagli organismi
internazionali”.