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Retecrazia: mancano le prove. Un complotto alla luce del sole

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Quarant’anni da Ustica, e Bologna. I due “muri di gomma” sono diventati delle sabbie mobili dove, sempre più, affondano la verità e la democrazia. Pasolini non ebbe modo di commentare quel terribile 1980, era stato eliminato nel  1975, in vista della pubblicazione del suo ultimo romanzo, “Petrolio”, preannunciato dalla sua affermazione: “Sulle stragi io so, ma non ho le prove!”

Se per il petrolio, ai tempi di Pasolini, si compievano guerre e stragi, oggi il contendere, il  nuovo petrolio, è il Web. Se guardiamo la gente per la strada, quasi tutti sono perennemente collegati alla rete, nuovo mezzo di “locomozione” (anche di… “emozione”). Se  negli anni ’70 solo 10 italiani su cento usavano un volta al giorno un mezzo privato, pagando petrolio, oggi  oltre 70 italiani su cento si collegano giornalmente alla rete, pagando, a vario titolo e mezzo, i giganti del web. Difatti lo scontro più forte tra le superpotenze è sulla rete, sia come hard (5G) che software (pirati inclusi); rete nuovo teatro di guerra, come allora i cieli di Ustica e la stazione di Bologna.

Non sarebbe preoccupante, in sé, questo conflitto ormai emerso. Quello che vorremmo sapere è: perchè i potenti della terra vogliono ottenere la supremazia sul web? Non è solo una questione economica, in ballo c’è la gestione delle opinioni pubbliche mondiali, che ottengono guidando esseri umani isolati, ma sempre più “collegati” alla rete eterodiretta. La  possibilità di una dittatura è concreta.

Retecrazia: un complotto alla luce del sole. Lo sappiamo, ma ci mancano le prove.

 


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