Punto di svolta per la cultura cattolica. I tempi dell’intransigentismo cattolico sono lontani, la svolta, culturale e profonda, del Concilio Vaticano II è ormai consolidata nella cultura e nella coscienza di tanti. Ma cosa significhi davvero pluralismo e dialogo per i credenti non è sempre chiaro. Soprattutto in questi tempi, in cui la paura si fa strada in tanti, e la paura più facile è quella dell’altro. I muri, le barriere, sono sempre più diffusi, appaiono barriere di sicurezza, o di tutela, ma sono soprattutto gabbie, che ci costruiamo intorno pensando di aiutarci così a restare noi stessi. I neo isolazionismi e i neo populismi illudono che dire “popolo” voglia dire dargli una voce, una sola. Un leader, una voce, una cultura: questo sarebbe il nuovo volto dell’identità. In questo panorama che rischia la desertificazione non c’è qualcuno che può vantare primati, piuttosto appare evidente la necessità, o forse l’urgenza, di riscoprire le ragioni che ci uniscono, uguali perché diversi. Queste diversità di sesso, cultura, fede, Papa Francesco e l’Imam dell’Università Islamica di al Azhar le hanno definite “una sapiente volontà divina”. Questa sapiente volontà divina fonda il diritto ad essere liberi, a rispettare la libertà di coscienza, concorrendo insieme al bene comune. E’ un discorso enorme, che attua finalmente quanto espressamente fissato dal Concilio Vaticano II e dalla Costituzione di Medina, scritta da Maometto e che nega la possibilità di uno Stato religioso per l’Islam. Il discorso ovviamente si estende alle altre culture, civiltà e agli stessi non credenti. Proprio Papa Francesco, in un testo scritto appena pochi mesi, ha detto che la civiltà cattolica è la civiltà del buon samaritano.
Ora a rendere il tutto più chiaro arriva un tweet del direttore de La Civiltà Cattolica, padre Antonio Spadaro: sul suo account si legge: “Escludiamo ogni pretesa che una “civiltà cattolica” possa costruirsi noncurante della pluralità delle idee. Escludiamo pure la pretesa che i cattolici possano e debbano costruire la civiltà da soli, senza il contributo di chi porta valori diversi ma validi perché umani.”
Al tempo d’oggi le svolte epocali possono essere chiarite anche con un semplice tweet. Che ci fa sapere la civiltà del pluralismo riparte… dal Vaticano.