Il mio pensiero va a qualcuno che oggi avrebbe festeggiato il compleanno del proprio figlio. Certo, ogni giorno di calendario è quello che può essere di festa o di lutto per tante, tutte le famiglie. Ma ognuno di noi ha la propria vita, con le proprie gioie ed i propri dolori. Solo Dio può comprenderli tutti. Io ho la mia ed oggi, al termine di questa giornata, il mio pensiero va a Patrizia, la mamma di Federico. Federico Aldrovandi.
Perché a lei? Perchè è una madre come me. Si è costretta al silenzio in un dolore che vorrebbe urlare. Oggi è il compleanno di suo figlio che non c’è più. Non c’è più perchè qualcuno ne ha provocato la morte il 25 settembre del 2005.
Il dolore di una madre ha una forza, una energia nucleare che non si spegne mai. Una sete di verità e giustizia che non sarà mai placata e mai avrà l’odore di vendetta.
La verità la conosciamo grazie a uomini che hanno compiuto il loro dovere oltre le conferenze stampa. Oltre gli insabbiamenti. Oltre i condizionamenti ambientali. Oltre le contiguità. Oltre i meschini sotterfugi. Oltre gli insulti. Oltre la strumentalizzazione politica. Tutto questo per qualcuno sarà uno spettacolo ma per noi è dolore e sangue.
Il sangue nostro. E solo noi lo possiamo capire. Nessuno ci potrà intimidire. Nessuno ci potrà indurre a dimenticare. Indurre al silenzio.
Il silenzio di Patrizia è più forte di qualsiasi urlo. Chiunque abbia una coscienza lo sente in tutta la sua drammaticità. Chi non ci riesce può essere solo compatito.
Tutto questo è vita reale. Sofferenza vera che va oltre i cavilli e le ipocrisie che ci vengono propinate qualche volta in nome della legge. La nostra voce va oltre.
Magari fosse solo uno spettacolo. Magari.
Iscriviti alla Newsletter di Articolo21