Carlo De Benedetti dichiara di preferire B a Conti. Lo dice in un’intervista a Il Foglio, invocando il concetto di male minore. Così, con poche frasi, distrugge anni di resistenza antiberlusconiana, portata avanti da la Repubblica, il giornale di cui è stato storico editore. Come uomo di sinistra, insieme a molti altri amici, vivo il gelo dell’ennesimo tradimento. Dopo Scalfari, che dichiarò anche lui di preferire il miliardario ai 5 Stelle; dopo Prodi, che sdogana B con l’attenuante generica dell’età avanzata; ora al coro dei revisionisti berlusconiani si aggiunge anche De Benedetti.
E’ solo solidarietà geriatrica o c’è dell’altro? C’è dell’altro: i soldi (molti) in arrivo dall’Europa. Avere al Governo persone “accomodanti” con i corrotti fa girare più velocemente il denaro tra le dinastie industriali, che ormai hanno infiltrato la grande stampa nazionale. Mentre un premier come Conte – che inchioda i Benetton ai loro criminali inadempimenti – viene percepito come un’anima bella, che non sa come vanno le cose in Italia. Noi, ceto riflessivo di sinistra, ne abbiamo subite tante di delusioni, Non sarà certo quella di De Benedetti a farci smettere di lottare per un Paese più giusto e meno corrotto. E allora mi viene solo una frase da rivolgere all’ingegnere: ora si scanzi, noi andiamo avanti.
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