Il 27 giugno l’Associazione dei Parenti delle Vittime della Strage di Ustica ha parlato al Paese, in occasione del 40° Anniversario della Strage: lo ha fatto sia nell’incontro tradizionale con il Sindaco di Bologna, sia, proprio dall’interno del Museo per la memoria di Ustica, con il convegno “Cosa avremmo saputo di Ustica senza l’informazione?” organizzato in collaborazione con la Fnsi e ospitato sui siti della Camera dei Deputati e dalla programmazione di RaiNews24 .
Si può ben dire che il Paese abbia risposto, con l’ intervento, proprio da Bologna, del Presidente della Camera on. Fico, ma soprattutto con il messaggio del Capo dello Stato, Mattarella , che “ reso omaggio alla determinazione e alla passione civile delle famiglia delle vittime e di quanti le hanno sostenute nelle istituzioni e nella società”, ha ribadito che “trovare risposte risolutive, giungere a una loro ricostruzione piena ed univoca richiede l’impegno delle istituzioni e l’aperta collaborazione di Paesi alleati con cui condividiamo comuni valori”.
Nel suo messaggio il Presidente aveva altresì sottolineato “che molta strada è stata percorsa dopo che reticenze e opacità erano state frapposte al bisogno di verità, incomprimibile per una democrazia e uno Stato di diritto”.
Proprio su queste “reticenze e opacità” ha voluto gettare uno sguardo il convegno. “Cosa avremmo saputo di Ustica senza la stampa?” intanto con un contributo di una storica , Cora Ranci, che ha appena pubblicato con l’editore Laterza il volume “Ustica. Una ricostruzione storica” e poi con approfondite esposizioni, frutto soprattutto di significative esperienze professionali di Andrea Purgatori e Sigfrido Ranucci, mentre sul presente, con tutte le difficoltà che ancora incontra la stampa di indagine, si sono soffermati gli onorevoli Walter Verini e Andrea De Maria.
Nel concludere, Beppe Giulietti partendo da una accorata ricostruzione dei fatti, citando i tanti interventi significativi e determinanti dell’informazione tutta nella vicenda Ustica, non ha potuto esimersi dal denunciare l’ennesima campagna denigratoria che è stata messa in atto in occasione dell’anniversario.
Non si è esitato a definire “cialtrona” proprio quella stampa che correttamente ha continuato ad ospitare le posizioni dell’Associazione e poi si continuano a riproporre menzogne contro la verità come le vecchie teorie della bomba o la pretesa dissonanza tra sentenze giudiziarie.
Allora io mi sento di dire che come abbiamo giustamente segnalato il ruolo insostituibile della stampa nella ricerca della verità, ora dobbiamo vigilare contro le menzogne, veri e propri depistaggi, che si cercano di mettere in atto.
Bisogna ribadire, proprio per la corretta informazione, che la perizia dalla quale si cerca ostinatamente negli anni di far discendere la teoria della bomba a bordo, è stata definita inaccettabile dagli stessi giudici che l’avevano “commissionata”.
E che il giudizio penale nel quale sono stati assolti i generali, rinviati a giudizio per alto tradimento, riguardava fatti accaduti dopo il 27 giugno 1980, cioè relativi alla mancanza delle dovute informazioni al Governo, pur di sostenere la tesi del cedimento strutturale (e non certo quello della bomba, allora, ricordiamolo sempre, da cui il fallimento dell’Itavia per averle tolto la concessione al volo).
Dal Convegno siamo usciti con la consapevolezza assoluta della necessità sia del ruolo della corretta informazione per il raggiungimento della verità sia di vigilare ancora contro menzogne e depistaggi.