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“Ustica. Una ricostruzione storica” – di Cora Ranci

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Quarant’anni fa, il 27 giugno del 1980, un aereo di linea in volo da Bologna a Palermo si inabissava misteriosamente al largo dell’isola di Ustica. Ottantuno persone perdono la vita in una strage i cui autori, nonostante innumerevoli indagini e processi, restano ancora ‘ignoti’. Una ricostruzione storica per andare oltre le verità giudiziarie.

La cosiddetta ‘strage di Ustica’ è un capitolo della storia italiana ben noto all’opinione pubblica. Tanto più che sui misteri legati al disastro del DC-9 Itavia, inabissatosi nelle acque del mar Tirreno la sera del 27 giugno 1980 con ottantuno persone a bordo, sono state scritte opere letterarie, inchieste giornalistiche, sceneggiature e realizzati film e sceneggiati tv. Ma questo tragico avvenimento, tuttora assai presente nella memoria collettiva nazionale, è ancora avvolto in una nebbia di dubbi e interpretazioni diverse e manca di una ricostruzione in chiave storica.

A creare questo vuoto senz’altro concorre il fatto che diciannove anni di indagini e svariati processi, penali e civili, sono riusciti a stabilire soltanto che la ‘caduta’ del DC-9 Itavia è avvenuta nell’ambito di ‘un’azione militare di intercettamento’, ma hanno anche dovuto ascrivere la strage a ‘ignoti’.

Se molte questioni sono ancora irrisolte da un punto di vista giudiziario, e molte inchieste giornalistiche hanno contribuito spesso a rendere più intricata e incomprensibile la vicenda, possiamo però utilizzare la storia e i suoi strumenti di analisi per comprendere meglio quanto è accaduto. Scopriremo allora che la strage di Ustica va inquadrata in una prospettiva più ampia: dopo l’invasione sovietica dell’Afghanistan, l’area del Mediterraneo era diventata una ‘zona di rischio’ attraversata da instabilità e crisi regionali. Francia e Gran Bretagna, USA e URSS, ma anche Tunisia, Israele e Libia, muovevano segretamente sullo scacchiere le loro pedine per il controllo di questa area strategica. E l’Italia si è trovata a diventare vittima di una partita in cui era solo spettatrice o perlomeno neutrale.

Partendo da questo contesto, arriveremo a capire finalmente tutto il susseguirsi di azioni che hanno portato all’oscuramento del caso a partire già dalla fine del 1980: dalle strategie di disinformazione messe in atto immediatamente per impedire che le reali cause della strage emergessero fino all’archiviazione dell’inchiesta giudiziaria nel 1986. Un libro che ci fa finalmente comprendere importanti verità sia sulla strage in sé sia sulla condotta dei militari e dei servizi di informazione.

Cora Ranci (1983) vive a Milano. Ha passato gli anni della formazione universitaria a Bologna, dove si è laureata in Relazioni internazionali e ha conseguito un dottorato di ricerca in Storia contemporanea. È autrice del programma radiofonico di inchieste sulla sanità “37e2” di Radio Popolare e ha fatto parte della redazione della rivista online di giornalismo narrativo “Q Code Mag”, che si occupa di esteri, cultura e diritti. I suoi articoli sono apparsi su diverse testate sia divulgative che specialistiche, tra cui “Il Mulino”, “Percorsi Storici”, “PeaceReporter”, “E” di Emergency, “l’Unità” e “Internazionale”. È autrice, con Anna Pellizzone, del documentario sul terremoto in Emilia dal titolo Terra in moto (pubblicato anche sul sito “Corriere.it”).

ISBN: 9788858141847
Prezzo: € 18,00
Collana: i Robinson / Letture
In libreria: giugno 2020
Pagine: 272


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