tto grandi autrici di oggi riscrivono Ovidio: il mito dalla parte delle donne.
C’è stato un tempo in cui le donne lamentavano pubblicamente i lutti, battendosi il petto in segno di sofferenza. Lo ricorda Omero e tutti i tragici dell’Atene Classica quando raccontano la morte degli eroi.
Il lamento privato femminile, sviluppato come genere letterario autonomo, divenne famoso solo quando se ne appropriarono gli uomini; nella Roma imperiale il poeta Publio Ovidio Nasone diedi voce a 18 eroine con delle lettere destinate ai loro amanti. Nella raccolta sono presenti anche 3 risposte maschili, per un totale di 21 lettere. Si tratta delle Epistulae heroidum, meglio conosciute come Heroides, una serie di lettere poetiche a soggetto amoroso che il poeta latino immagina siano state scritte da donne celebri del mito greco.
Alcune delle eroine sono molto note: Penelope scrive ad Ulisse, Medea a Giasone, Arianna a Teseo, Didone a Enea ed Elena a Paride. Molte altre sono secondarie. Anche se le lettere sono svincolate tra loro, le donne si richiamano a vicenda come esempi di amori tormentati. Per questa ragione la serie epistolare può essere intesa come una lunga elegia femminile, dove per elegia si intende il componimento sull’amore soggettivo, tipico dell’età augustea, di cui Ovidio era gran maestro.
L’amore diventa così protagonista di un’opera tutta al femminile, a volte colma di disperazione, rabbia e tristezza, altre volte ricca di desiderio, passione e dolcezza.
Oggi, a più di duemila anni di distanza, un gruppo di scrittrici italiane, giornaliste e romanziere più o meno conosciute al grande pubblico, hanno immaginato di calzare i panni di alcune di quelle donne antiche e farle rivivere nel nostro tempo presente.
Antonella Lattanzi ha scelto di diventare Fedra, Valeria Perrella Didone, Ilaria Bernardini Ero, Veronica Raimo Laodamia, Caterina Bonvicini Penelope, Michela Murgia Elena, Teresa Ciabatti Medea.
Cosa possono avere in comune le donne di oggi, autonome, colte, emancipate, indipendenti, spregiudicate, disinibite, con le eroine di un tempo remotissimo, protagoniste mitiche di racconti affidati a tradizioni orali e scritte che sono mutati nel tempo e che Ovidio aveva plasmato con la sua delicatezza facendole diventare creature poetiche? La risposta è semplice al punto da diventare banale, apparentemente banale: l’amore.
Ovidio aveva dovuto immaginare l’amore vissuto al femminile, era entrato nei panni delle sue eroine con una introspezione psicologica che, prima di lui, solo Euripide aveva saputo dimostrare.
Per le otto scrittrici moderne pensare l’amore al femminile è un sentimento naturale che ciascuna ha interpretato a modo suo, calando otto personaggi femminili scelti nel nostro presente.
Le lettere delle Nuove eroidi di oggi raccontano il nostro mondo fatto di guerre, di emigrazione, di guerre, di femminicidi, di maternità complesse, di adulteri, di gelosie, di tradimenti.
Hanno reinterpretato il mito, modernizzandolo. Così Fedra racconta in un processo del suo folle amore per il figliastro Ippolito che muore per mano del padre geloso che trasforma la sua mano come quella di un toro violento che esce dal mare infuriato (come nel mito). Didone, che si trova sola perché sconfitta contro una ragion di stato ineluttabile. Ero, una donna africana migrante, forzata a salire su un gommone per attraversare il mare ma che viene separata dal suo Leandro e lo vedrà morire tra le onde del mare che inghiotte loro e i loro sogni di libertà e pace (sicuramente questo il racconto più toccante e più indovinato nella nuova veste narrativa). C’è poi Laodamia, nel racconto più straziante, che in veste moderna aspetta il suo uomo (Protesilao nel mito raffigurato in una statua di cera perché lo potesse vedere sempre) fotografo di guerra che tornerà in una bara, e amerà le sue foto, molto intime, che i due innamorati si scambiavano nella loro chat erotica a distanza. C’è Elena che rinfaccia a Paride tutte le sue colpe e cerca assoluzione per sé. C’è una Penelope diversissima da quella che conosciamo, una donna che non aspetta ma parte, lei sì, questa volta, su una nave di Open Arms, per soccorrere i migranti in mare, lei cuoca che non ha affatto coraggio ma lo cerca dentro se stessa ogni momento e ci racconta l’atrocità dei lager libici e la gioia di avere salvato tante vite. C’è una modernissima Medea messa di fronte al cambiamento di sesso del figlio e alla necessità di difenderlo dalla gelosia morbosa del padre.
Il mondo di oggi si rispecchia tutto e trova le sue metafore più chiare nel mito di allora. Stupefacente attualità del mondo classico!
Le eroine, reali o fittizie, di un tempo hanno costruito il mondo che nell’immaginario comune si compone di personaggi che incarnano i vizi e le virtù dell’umanità e ancora oggi si riscoprono vive, presenti fra di noi, scolpite con un linguaggio vivace, ricco di tutte le tinte possibili che spaziano dal sublime all’erotico più spinto, e ci chiamano in causa, ci tirano dentro con grande forza evocatrice.
LE NUOVE EROIDI
di Ilaria Bernardini, Caterina Bonvicini, Teresa Ciabatti, Antonella Lattanzi, Michela Murgia, Valeria Parrella, Veronica Raimo, Chiara Valerio
HarperCollins Italia, 2019