La lettera che ha scritto a Trump l’arcivescovo Viganò, l’uomo che voleva far dimettere Papa Francesco coinvolgendolo in uno scandalo di copertura di abusi sessuali dopo che proprio lui aveva rimosso l’abusatore, merita un’attenzione che non ha avuto. Merita attenzione perché afferma alcune cose importanti. Prima affermazione: nel tempo moderno, di certo nella società americana, c’è un conflitto aperto, tra “i figli della luce e i figli delle tenebre”.
Dunque l’arcivescovo sembra sposare in pieno il pensiero religioso di Mani, il manicheismo, contro il quale Sant’Agostino ha scritto tantissimo. Non possiamo qui parlare dei Sant’Agostino, ma quella frase delle “Lettere contro il manicheo Secondino” l’arcivescovo la conosce di certo: “Ora chi tenterà di operare il bene, se riterrà che il male non sia nella volontà mutevole, ma nella natura immutabile?” Viganò dovrebbe sapere meglio di me che il cristianesimo insegna come l’oggetto del peccato non è male, il male è la scelta. Il male non è il frutto proibito o l’albero dove si trova quel frutto, bensì l’aver disobbedito al comando divino. Ma mi sembra di non sbagliare dicendo che l’arcivescovo vede figli della luce e figli delle tenebre. Ma chi sono i figli delle tenebre? Quelli che soffocano un uomo per terra? Viganò ha idee chiare: “ pare che i figli delle tenebre – che identifichiamo facilmente con quel deep state al quale Ella saggiamente si oppone e che ferocemente le muove guerra anche in questi giorni – abbiano voluto scoprire le proprie carte, per così dire, mostrando ormai i propri piani. Erano così certi di aver già tutto sotto controllo, da aver messo da parte quella circospezione che fino ad oggi aveva almeno in parte celato i loro veri intenti.
Le indagini già in corso sveleranno le vere responsabilità di chi ha gestito l’emergenza Covid non solo in ambito sanitario, ma anche politico, economico e mediatico. Scopriremo probabilmente che anche in questa colossale operazione di ingegneria sociale vi sono persone che hanno deciso le sorti dell’umanità, arrogandosi il diritto di agire contro la volontà dei cittadini e dei loro rappresentanti nei governi delle Nazioni.” Dunque i figli delle tenebre hanno mosso il mondo durante la pandemia dalla stanze dei bottoni sanitari, politiche, economiche e mediatiche, creando la “psicosi virus”. Almeno così sembra leggendo le righe successive. “Scopriremo anche che i moti di questi giorni sono stati provocati da quanti, vedendo sfumare inesorabilmente il virus e diminuire l’allarme sociale della pandemia, hanno dovuto necessariamente provocare disordini perché ad essi seguisse quella repressione che, pur legittima, sarà condannata come un’ingiustificata aggressione della popolazione. La stessa cosa sta avvenendo anche in Europa, in perfetta sincronia. È di tutta evidenza che il ricorso alle proteste di piazza è strumentale agli scopi di chi vorrebbe veder eletto, alle prossime presidenziali, una persona che incarni gli scopi del deep state e che di esso sia espressione fedele e convinta. Non stupirà apprendere, tra qualche mese, che dietro gli atti vandalici e le violenze si nascondono ancora una volta coloro che, nella dissoluzione dell’ordine sociale, sperano di costruire un mondo senza libertà.”
Dunque c’è un complotto contro Donald Trump per costruire un mondo senza libertà, cominciato con la psicosi pandemia e proseguito con le rivolte. Ma qualcuno può ritenere che i cittadini statunitensi soffocati intenzionalmente per strada siano parte di un complotto? Questo viene alla mente leggendo che il complotto si vede nelle proteste, che hanno prodotto “ una legittima repressione”, ma condannata come aggressione alla popolazione.
Siccome le proteste in America sono corse quasi in parallelo alla nuova ondata di proteste ad Hong Kong sarebbe interessante capire se lo stesso criterio valga anche ad Hong Kong, se anche lì gli atti vandalici siano stati compiuti da chi, nella dissoluzione dell’ordine sociale, spera di costruire un mondo senza libertà. Anche ad Hong Kong operavano i figli delle tenebre? Credo che sia una lettura possibile, visto che anche lì le nuove proteste sono esplose dopo il lockdown. Ma forse monsignor Viganò, il grande “accusatore” di Papa Francesco, non dice questo. La differenza sembra indicarla lui stesso, specificando perché Trump incarnerebbe il bene: “ La Sua partecipazione alla Marcia per la Vita, e più recentemente la proclamazione del mese di Aprile quale National Child Abuse Prevention Month sono gesti che confermano in quale schieramento Ella voglia combattere. E mi permetto di credere che entrambi ci troviamo compagni di battaglia, pur con armi differenti.” Per capire dove stia la Chiesa di Francesco e dove stia chi lo osteggia mi sembra una lettura importante.