Si agita l’opposizione responsabile

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Niente rimpasto, niente cambio di maggioranza, niente governo di unità nazionale. Forse solo il tonico dell’“opposizione responsabile” verso il traballante esecutivo giallo-rosso. Ma Giuseppe Conte perde quota.

Sergio Mattarella ha cercato e cerca di puntellare in ogni modo il governo Conte due.  Il capo dello Stato per la festa della Repubblica ha rinnovato l’appello all’unità per costruire la ripresa. Il 2 giugno è andato all’Altare della patria a Roma e a Codogno, il paese lombardo martire del Coronavirus, ed è tornato a chiedere «unità, responsabilità, coesione».

I risultati sono stati scarsi. Conte ha indicato solo dei temi generici per la “fase 2”. Ha proposto un confronto su un «Patto per la Rinascita dell’Italia» da discutere forse già nei prossimi giorni con le parti sociali (molto critiche), le opposizioni di centro-destra (sul piede di guerra) e «singole menti brillanti» (un destinatario sarebbe il super esperto del governo Vittorio Colao).  Il presidente del Consiglio, forse con scarsa convinzione, ha invocato l’unione mettendo fine alle «inutili rincorse a dividerci».

Silvio Berlusconi è il più determinato. Ha auspicato «un clima di concordia nazionale». Ha indicato la necessità dell’unità «per costruire la rinascita». Il presidente di Forza Italia, ormai forza minore del centro-destra, ha riproposto di fatto senza citarla la strategia dell’”opposizione responsabile” annunciata ad aprile e già attuata con il governo Renzi con scarso successo.

Matteo Salvini è stato molto più prudente. Il 2 giugno è sceso in piazza a Roma per manifestare contro il governo Conte con Giorgia Meloni e Antonio Tajani ma ha apprezzato l’appello di Mattarella.  Il segretario della Lega ha lasciato aperto uno spiraglio: «Siamo qua per risolvere i problemi, non per protestare». Giorgia Meloni, invece, ha chiuso gli spiragli: chiede un governo autorevole «votato dagli italiani».

Nicola Zingaretti è andato in soccorso di Berlusconi: «Quelle del leader di Forza Italia sono parole importanti». Sul tavolo non c’è un governo insieme ma c’è l’esigenza «di ritrovare un’anima patriottica». E’ singolare ascoltare l’apprezzamento del segretario del Pd verso il Cavaliere, l’avversario storico del suo partito. Ma la confusione è tanta. E’ anche singolare vedere gli scontri continui tra Zingaretti, Conte, Renzi e Di Maio, gli alleati della maggioranza di governo. L’opposizione responsabile è un fantasma, la maggioranza giallo-rossa è a un passo dal diventarlo.


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