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Padre Paolo Dall’Oglio, la speranza non può morire

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Da anni seguiamo con grande attenzione e speranza gli sviluppi sul rapimento di padre Paolo Dall’Oglio.
Un amico, un mentore, una guida per molti di noi e che per la sottoscritta ha rappresentato anche qualcosa di più,
Paolo ha segnato umanamente e professionalmente il mio cammino.
Da qualche settimana gira la notizia che i suoi resti possano essere tra i corpi, un centinaio, ritrovati in una fossa comune scoperta nel nord della Siria nei pressi di Raqqa, che dal 2014 al 2017 è stata la ‘capitale’ siriana dello ‘Stato islamico’. Proprio in quell’area era scomparso nel luglio 2013 padre Paolo.
Secondo al-Arabia dal cimitero a cielo aperto rinvenuto nella zona di Tell Zidan,  continuano a  tornare alla luce decine di resti. E non è l’unico.
Nella località siriana alla periferia orientale di Raqqa, erano già state ritrovate altre fosse comuni. Alcune settimane fa.
Si tratta soprattutto di resti di individui con un’età variabile dai 25 ai 35 anni. Secondo gli addetti agli scavi potrebbero essere almeno 200 le persone sepolte in quell’area.
Negli ultimi due anni sono stati decine i ritrovamenti simili, almeno 6mila persone sono state trucidate prima e durante l’avvento dell’Isis.
Anche su padre Paolo, da tempo, si rincorrono le voci che dopo il rapimento possa essere stato ucciso.
Ma sulla sua sorte si sono accavallate anche notizie. da più parti, della sua esistenza in vita, ancora in mano ai suoi rapitori.
Ed è per questo che ogni giorno, caro padre Paolo, ovunque tu sia, ti riserviamo un pensiero e rinnoviamo la nostra speranza di riabbracciarti.
Manca la tua voce potente, il tuo esempio, il tuo essere costruttore di ponti.
Manchi a me…
Sempre.


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